Alla Lumsa gli esperti spiegano come valorizzare le eccellenze
(DIRE-Notiziario settimanale Minori) Roma, 3 feb. - Cos'e' il talento? È una prerogativa esclusiva di poche persone o e' qualcosa che appartiene, secondo modalita' diverse, a tutti? È solo una questione individuale e di tenacia nel perseguire gli obiettivi, oppure ci sono elementi, ambienti e contesti che possono favorire e promuovere lo sviluppo del talento? E, soprattutto, come si riconosce, valuta e valorizza nelle varie fasi del percorso di formazione di un minore? Saranno questi gli interrogativi a cui daranno risposta gli esperti che prenderanno la parola al corso 'Scuola per talenti o scuola di talenti? Attualita' di un dibattito psicopedagogico', promosso dall'Associazione pedagogica italiana (Aspei) a Roma sabato 5 febbraio, dalle 10 alle 12.30 nell'Aula 4 dell'Universita' Lumsa, in Piazza delle Vaschette 101.
"Attraverso l'analisi del piu' ampio scenario internazionale, una revisione della letteratura di matrice psico-pedagogica, sociologica ed economica, alcune indagini sul campo e la raccolta di testimonianze dirette, abbiamo realizzato una ricerca sul tema del talento non solo in prospettiva educativa e didattica, ma anche in un'ottica sistemica, che investa i vari ambiti in cui si puo' sviluppare il talento". Lo spiega all'Agenzia Dire Maria Cinque, docente di Didattica e pedagogia speciale alla Lumsa e autrice del libro 'In merito al talento. La valorizzazione dell'eccellenza personale tra ricerca e didattica' (Franco Angeli editore).
La professoressa sabato parlera' di 'Persone di talento o talenti delle pertsone?': "L'equazione del romanziere Michael Young, merito= talento + sforzo, viene scomposta e ricomposta in merito = talento x sforzo x opportunita', in cui se manca anche un solo fattore il risultato si azzera. Non e' solo la dote 'naturale' a determinare il successo personale- sottolinea Cinque- ma piuttosto una delicata interazione tra passione, attitudine, impegno e opportunita', che stimola le persone a raggiungere i piu' alti livelli di successo e a condurre vite ricche di significato e scopo. Il talento e' predisposizione e volonta', liberta' di realizzarsi e responsabilita'; richiede la capacita' di essere imprenditori di se stessi, di saper valorizzare il proprio 'dono' e di fare le scelte opportune.
Decisiva e' la presenza di figure di riferimento: mentori, modelli, allenatori, maestri".
A trattare, invece, il punto di vista del bambino sara' Federico Bianchi di Castelbianco, direttore dell'Istituto di Ortofonologia di Roma (IdO) e psicoterapeuta dell'eta' evolutiva: "Nella scuola italiana il fenomeno della plusdotazione risulta spesso poco conosciuto e per gli alunni ad alto potenziale non sono ancora previsti programmi e percorsi riconosciuti e condivisi. I bambini ad alto potenziale rispetto ai loro coetanei hanno il potenziale per mostrare livelli eccezionali di performance in una o piu' aree (abilita' intellettiva generale, specifica attitudine scolastica, pensiero creativo, attitudine alla leadership, arti visive e abilita' motorie). Tuttavia il potenziale di questi bambini potra' esprimersi a pieno - fa presente il terapeuta - solo se i contesti di crescita e le figure di riferimento saranno in grado di sostenerli e stimolarli adeguatamente. In caso contrario sara' elevato il rischio di sottorendimento, disagio emotivo e comportamentale. L'alto potenziale e' quindi un fenomeno che puo' caratterizzarsi sia come punto di forza, che come punto di debolezza- conclude Castelbianco- ed e' fondamentale che venga precocemente riconosciuto e adeguatamente supportato nel percorso scolastico e formativo".
Il dibattito, introdotto e moderato da Mirella Rossi, presidente dell'Aspei (sezione di Roma), sara' animato anche da un'altra esperta del settore: Maria Teresa Russo, docente di Filosofia morale dell'Universita' Roma Tre, che parlera' de 'La sfida dell'eccellenza: quali risorse?'.
Per informazioni scrivere a mirellarossi@hotmail.it o chiamare il numero 3481386150. La partecipazione e' gratuita.
(Red/ Dire)