(DIRE - Notiziario settimanale Minori) Roma, 14 apr. - Un protocollo sperimentale di intesa della durata di 18 mesi per ridurre il disagio dei minori disabili e delle loro famiglie nell'iter sanitario per il riconoscimento delle prestazioni assistenziali di invalidita' e di handicap alle quali hanno diritto. L'iniziativa, presentata a Roma, e' stata sottoscritta dall'Inps e dagli ospedali Bambino Gesu' di Roma, Gaslini di Genova, e dall'Azienda Ospedaliero-Universitaria Meyer di Firenze e permettera' ai medici di queste strutture di utilizzare il 'certificato specialistico pediatrico', grazie al quale sara' possibile acquisire fin da subito (durante il ricovero o cura presso le strutture sanitarie) tutti gli elementi necessari alla valutazione medico legale, evitando al minore eventuali ulteriori esami e accertamenti. "L'Inps fa moltissimo per i minori- ha detto Boeri- ma se ne sa molto poco: sono circa 250mila i minori che ogni anno ricevono prestazioni socio assistenziali da parte dell'Inps con accertamento di requisiti sanitario.
Dato importante che corrisponde a poco meno del 10% del totale di questo tipo (di prestazioni) erogate annualmente dall'Istituto e vogliamo migliorare ulteriormente la nostra capacita' di raggiungere minori, consci del fatto che oggi in Italia le condizioni piu' difficili, come il disagio economico e quello di tipo sanitario, sono presenti nelle famiglie con minori.
L'iniziativa che abbiamo voluto mettere in atto assieme a tre strutture ospedaliere di eccellenza e la Societa' italiana di Pediatria ci permettera' di raggiungere un maggior numero di famiglie con minori che abbiano disabilita' nel nostro Paese e soprattutto di ridurre il piu' possibile il disagio che devono affrontare nell'accesso alle prestazioni che oggi la legge riserva loro". Il 'certificato specialistico pediatrico' predisposto dall'Inps e dalla Societa' italiana di Pediatria, contiene tutti gli elementi utili all'accertamento della specifica patologia e consente quindi di evitare ulteriori valutazioni specialistiche che, nei casi di particolare complessita' delle patologie, sono spesso necessarie in aggiunta al certificato medico redatto da pediatri e medici di base del Servizio sanitario nazionale, evitando cosi' di dover sottoporre il minore a piu' visite.
Al protocollo sperimentale possono aderire le strutture sanitarie pediatriche che ne facciano richiesta, con particolare riguardo a quelle specializzate nella diagnosi e cura delle patologie pediatriche, soprattutto in riferimento alle malattie genetiche, cromosomiche e alle cosiddette forme rare.
Nell'accesso alle prestazioni tra Regioni, intanto, ci sono importanti differenze: "La media italiana e' intorno al 2,5%- ha spiegato il presidente dell'Inps- ma ci sono differenze tra realta' territoriali. Cio' significa che non sempre il grado di consapevolezza dell'esistenza di queste prestazioni c'e' su tutto il territorio nazionale, non sempre le famiglie sono nelle condizioni di potere con costi limitati accedere a queste prestazioni. Abbiamo voluto cercare di facilitare il piu' possibile l'accesso alle prestazioni, rafforzando al tempo stesso la nostra capacita' di controllare che i requisiti sanitari vengano soddisfatti. Il protocollo riduce cosi' il disagio e gli oneri di famiglie nel vedersi riconoscere queste prestazioni.
Oggi i bambini che hanno malattie, soprattutto generiche o rare, devono passare attraverso un insieme di visite che sono spesso fonte di disagi e anche traumi per loro e per le loro famiglie; spesso e' richiesto oltre al certificato medico anche certificazioni di medici specialistici, poi a seconda delle province c'e' la visita delle Asl e poi anche dell'Inps, con complicazioni notevoli. Al disagio per famiglie e minori si uniscono i costi per le amministrazioni che devono fare controlli, disagi e costi che potrebbero essere evitati".
Con l'adesione al protocollo sperimentale, la struttura sanitaria pediatrica si impegna a sensibilizzare i loro medici di ruolo ad utilizzare il modello 'certificato specialistico pediatrico' a titolo gratuito, con conseguenti risparmi per le famiglie degli stessi minori. L'istituto, a sua volta, si impegna ad utilizzare il certificato per semplificare e ridurre i tempi dei processi sanitari connessi alle domande di prestazione assistenziale, ad adeguare le proprie procedure interne e a fornire un apposito pin ai medici che ne facciano richiesta.
Verranno cosi' omogenizzate le prestazioni sul territorio nazionale, evitando ai minori revisioni temporali del giudizio medico legale nei casi di malattie di cui al decreto ministeriale del 2 agosto 2007 e consentendo di definire le domande, per le visite presso le Commissioni Inps, anche tramite la valutazione medico legale della documentazione agli atti.
(Red/ Dire)