(DIRE - Notiziario settimanale Minori) Bologna, 7 apr. - "Sema" e' un gioco per smartphone che permette ai bambini tra 5 e 10 anni che vivono nei Paesi dell'Africa sub-sahariana di imparare a leggere, scrivere e contare. E' stato realizzato da Kukua, la startup fondata da Lucrezia Bisignani, con la partnership tecnica e creativa della digital agency Melazeta e testato in Kenya nella baraccopoli di Kibera (dove vive circa un milione di persone) grazie al coinvolgimento di circa 150 bambini. "Il nome e' quello della bambina protagonista del gioco che, in realta', e' molto piu' di un gioco da usare sul cellulare - spiega Lara Oliveti, ceo di Melazeta -, e' un vero strumento educativo da utilizzare nell'arco di vari mesi e a scuola". Presentato alla Bologna Children's Book Fair, "Sema" e' in concorso per il Global Learning XPrize, premio della fondazione californiana XPrize, il cui obiettivo e' la creazione di un software open source (compatibile per Android) che sviluppi le abilita' di 250 milioni di bambini analfabeti nel mondo insegnando loro le basi della lettura, della scrittura e dell'aritmetica in 18 mesi. "Il prodotto e' stato finanziato da Kukua attraverso un crowdfunding - continua Oliveti - Il premio consentirebbe la sua diffusione sul campo".
"Sema" e' sviluppato in swahili e in inglese e contiene parti di storytelling basate su leggende africane e sulla cultura locale. "I bambini imparano a riconoscere i grafemi e i fonemi sia dello swahili che dell'inglese e imparano la numerazione - aggiunge Oliveti - La sperimentazione sul campo e' stata interessante perche' ci ha dato feedback sull'usabilita' del prodotto e per renderlo piu' friendly". Kukua ha partecipato anche a "EduApp4Syria", bando dell'Agenzia norvegese per la cooperazione e lo sviluppo (Norad) per sviluppare un'app per smartphone per l'alfabetizzazione e per migliorare il benessere psico-sociale dei bambini rifugiati siriani di eta' compresa tra 5 e 10 anni ed e' risultata tra le 3 finaliste. "E' nato cosi' 'Sima' - dice Oliveti -, l'approccio e' lo stesso ma l'ambientazione e lo storytelling sono calati in una realta' riconoscibile da parte dei bambini e l'obiettivo e' si' insegnare loro a scrivere, leggere e far di conto ma anche dare loro un momento di benessere per distoglierli dalla situazione drammatica che stanno vivendo". Il gioco e' sviluppato in arabo ed e' stato testato con i bambini rifugiati che vivono nella Beqqa Valley in Libano.
(www.redattoresociale.it) (Red/ Dire)