(DIRE - Notiziario settimanale Minori) Roma, 7 apr. - "Un convegno particolarmente importante quello che si tiene al Senato sulla posizione giuridica del minore in Italia e in Europa. Solo la settimana scorsa la camera ha approvato a larghissima maggioranza un disegno di legge sulla tutela dei minori non accompagnati e nel dibattito che e' emerso da tutti i gruppi parlamentari e' emersa con forza la convinzione che i giovani sono davvero il patrimonio dell'umanita' e che al loro supremo interesse vanno orientate tutte le politiche per l'infanzia. Nel Convegno il sottotitolo e' molto eloquente: 'Criticita' e orientamenti sulle misure di protezione giuridiche e sociali dei minori' e mi permettera' di accendere i riflettori su un problema realmente drammatico, che si sta diffondendo in modo ambiguo e contraddittorio". Cosi' l'onorevole Paola Binetti, UDC. "Mi riferisco- prosegue Binetti- a quei minori che per le piu' svariate ragioni vengono sottratti alla loro famiglia e affidati ai servizi sociali. Anche in questi giorni ho presentato l'ennesima interrogazione in tal senso, a proposito di due bambini di Gorizia affetti da una malattia rara e sottratti ai genitori con la discutibile argomentazione che se ne preoccupavano troppo. Si badi bene: non per disinteresse, incapacita', violenza o altro, la coppia di genitori e' stata accusata di eccesso di cure e con questo motivo i due bambini sono finiti in una casa famiglia, per altri di una regione diversa, con tempi super-contingentati per i genitori". Binetti chiede "in base a quali criteri i bambini, per di piu' affetti da malattia rara, vengono dirottati dal clima affettuoso di una famiglia, che per quanto imperfetta, si prendeva cura di loro ad un contesto forze, solo forse, piu' funzionale ma caratterizzato da un anonimato affettivo che trasforma le cure in prestazioni rigidamente codificate. In fatto di giustizia minorile diventa sempre piu' urgente rivedere criteri di tutela della posizione giuridica del minore, cominciando con l'ascoltarli molto piu' attentamente nei loro desideri e nelle loro esigenze".
Il bene maggiore di un bambino, ricorda Binetti, "e' la sua famiglia e solo in casi gravissimi di violenza o di vistosa inadempienza familiare i bambino possono essere ricollocati in casa-famiglia in attesa di individuare una soluzione migliore. In realta' piu' che togliere un bambino dal suo contesto familiare occorrerebbe affiancare i genitori con una sorta di tutorship capace di sostenere lo stress a cui vanno incontro abitualmente davanti ai problemi a cui li sottopongono i figli se sono affetti da alcune patologie, per di piu' rare come in questo caso.
Maggiore attenzione alla tutela dell'infanzia significa anche maggiore attenzione alle loro famiglie per una integrazione positiva e non per una irresponsabile separazione, che lascia vulnus difficilmente sanabili negli anni successivi", conclude l'onorevole UDC.
(Red/ Dire)