(DIRE - Notiziario settimanale Minori) Roma, 23 set. - "Non c'e' dubbio la questa legge di contrasto al bullismo e al cyberbullismo diventi ogni giorno piu' urgente e necessaria. Ce lo chiedono le famiglie, insistono per averla al piu' presto gli insegnanti". Lo dice la parlamentare di Ap, Paola Binetti, riguardo alla proposta di legge appena passata alla Camera dei deputati. "In questa drammatica battaglia di civilta' in cui sono gia' morte, suicidandosi, diverse persone, la legge e' condizione necessaria ma insufficiente", sottolinea. L'auspicio, dunque "e' che al Senato alcuni punti vengano modificati in meglio e peccato per quegli emendamenti ignorati o bocciati sui nuovi modelli di formazione". In merito, prosegue la parlamentare, "occorre una campagna capillare di educazione e di formazione, non solo all'uso della rete e alla sua potenzialita' straordinaria nel bene e nel male, e occorre aiutare gli adolescenti a riscoprire il valore del pudore, come tutela della propria dignita' e della loro stessa esistenza". Questo perche' "la cultura moderna, almeno in certi ambienti, ha preteso di sostituire il pudore degli affetti, dei gesti e dei comportamenti, con una loro ostentazione, spesso volgare, che si traduce spesso in una nuova offensiva contro la donna". Eco perche' "questa legge puo' aiutare a rimettere a fuoco nel processo di formazione delle persone giovani il senso del limite tra pubblico e privato, tra intimita' e ostentazione, tra la profondita' del proprio modo di essere e la capacita' di comunicare cio' che si e' nel modo che si ritiene piu' opportuno".
C'e' poi, nella legge, dice ancora "un pesante riferimento agli aspetti punitivi nei confronti di chi si appropria dell'identita' altrui per trattarla come una merce, per infangarla senza alcun rispetto, con una visione distorta della sessualita' ridotta a un voyerismo, che chiede solo un 'mi piace' che si accompagna ad una micro-esperienza di sensualita' frettolosa, da usa e getto. Educare, formare- conclude Binetti- vengono prima di punire e condannare e questi ultimi non si danno senza i primi".
(Wel/ Dire)