(DIRE - Notiziario settimanale Minori) Roma, 21 ott. - Il cibo e' di buona qualita', la pulizia e' adeguata, ma gli ambienti sono troppo rumorosi e non proprio accoglienti. Troppo poco diffuse le indagini sulla qualita' percepita dagli studenti e l'unico strumento di partecipazione e controllo a disposizione delle scuole, ossia le Commissioni mensa, restano, ad oggi, poco presenti e inascoltate. Due bimbi su tre amano mangiare a scuola, ma solo uno su dieci dice di finire tutto quello che viene servito. Dal punto di vista strutturale, inoltre, le mense non brillano: piu' di una su tre non ha impianti antiincendio ed elettrici adeguati, una su dieci e' fatiscente, una su cinque non e' abbastanza spaziosa, solo la meta' risulta accogliente e ben arredata. Senza tralasciare che quasi una scuola su quattro e' del tutto priva di un locale mensa.
Sulle tariffe poi emergono notevoli discrepanze fra Nord e Sud del Paese e, in generale, una media annua di 700 euro a famiglia, poco meno di 80 euro mensili, non appare sostenibile per molti nuclei familiari. Emilia Romagna la regione piu' cara (con oltre 1.000 euro l'anno), Calabria la piu' economica (500 euro). Tutte questioni, dalla percezione della qualita' al costo della mensa scolastica, che finora sembrano rimaste inascoltate scatenando proteste, spesso anche estreme come quelle che hanno portato alla ormai nota vicenda del 'pasto da casa'. Sono questi alcuni dei dati e dei punti di vista emersi nell'ambito di "Mensa a scuola: costi, qualita' e... nuove prospettive?", evento promosso da Cittadinanzattiva. I dati fanno riferimento a due indagini svolte dall'organizzazione: una che ha coinvolto sperimentalmente le mense di 79 scuole di 13 Regioni, per raccogliere, tramite 221 indicatori, dati osservabili e dati percepiti su qualita', sicurezza, igiene, trasparenza, costi, sprechi, rifiuti, partecipazione legati al servizio di ristorazione scolastica.
Quasi 700 gli intervistati di cui: 482 bambini, 95 insegnanti, 89 genitori, 30 rappresentanti delle Commissioni Mensa. Una ulteriore indagine e' stata svolta fra settembre ed i primi di ottobre ed ha riguardato la rilevazione delle rette della ristorazione scolastica in tutti i capoluoghi di provincia, per scuola dell'infanzia e scuola primaria.
"Il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, ha annunciato come imminenti le Linee guida con il ministero della Salute e l'Anci per fornire indicazioni chiare alle scuole e ai Comuni che erogano il servizio di ristorazione scolastica. Non prevedere il coinvolgimento, nella loro stesura, di dirigenti e personale scolastico ma soprattutto di rappresentanze dei genitori e delle Commissioni mensa, potrebbe rivelarsi un autentico autogol", commenta Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale della scuola di Cittadinanzattiva.
"Il dibattito e i dati che presentiamo oggi sono un'opportunita' per riflettere sulle ragioni profonde della protesta e per avviare un processo di ripensamento condiviso della mensa scolastica perche' sia sempre di piu' un servizio essenziale, sicuro, di qualita', accessibile, sostenibile, inclusivo, partecipato".
(Wel/ Dire)