(DIRE - Notiziario settimanale Minori) Roma, 14 ott. - Lunedi' scorso e' stato celebrato l'Obesity day, la giornata nazionale di sensibilizzazione sul tema dell'obesita' promossa da Adi (Associazione italiana di dietetica e nutrizione clinica).
L'ospedale pediatrico Bambino Gesu' di Roma ha aderito con un suo punto informativo per fornire consulenze gratuite a bambini e ragazzi. L'evento, giunto alla 15esima edizione, ha lo scopo di ricordare che l'obesita' non e' un problema estetico, ma una malattia che va curata. Al centro della giornata l'importanza del fare movimento, soprattutto nei bambini.
Secondo gli ultimi dati di "Okkio alla salute", il sistema di sorveglianza promosso dal ministero della Salute, l'attivita' fisica e i comportamenti sedentari pur registrando una lieve tendenza al miglioramento, nella sostanza rimangono invariati rispetto al passato. Il 18% pratica sport per non piu' di un'ora a settimana, il 42% ha la Tv nella propria camera, il 35% guarda la tv o gioca con i videogame piu' di due ore al giorno e solo un bambino su quattri si reca a scuola a piedi o in bicicletta. I numeri trovano riscontro nei dati del Bambino Gesu', relativi a giovani con obesita' medio grave. Nel 55% dei casi si registrano attivita' sedentarie (guardare la televisione e utilizzo di tablet o videogame) che superano le due ore, mentre il 38%, secondo i genitori, pratica sport soltanto due ore la settimana. La situazione in Europa e nel mondo. Si calcola che un bambino su tre, tra i sei e i nove anni, e' in sovrappeso oppure francamente obeso. In tutto il mondo si stima che entro il 2025 i bambini in sovrappeso sotto i cinque anni passeranno dagli attuali 41 milioni a 70 milioni. In Italia su circa 50.000 bambini di eta' compresa tra gli otto e i nove anni, quasi il 10% e' obeso (di cui il 2% circa a livelli gravi) e il 21% in sovrappeso. In Occidente, la crescita dell'obesita' ha portato a un drammatico aumento delle patologie ad essa legate come la steatosi epatica non alcolica (Nafld) - comunemente fegato grasso - o la steatoepatite non alcolica (Nash), con danni correlati che possono essere anche molto gravi soprattutto se trasferiti fino all'eta' adulta (diabete, cirrosi epatica, sindrome metabolica, ipertensione, cardiopatie, retinopatie). (www.redattoresociale.it) (Wel/ Dire)