Nel 2015 erano il 4,8%; Assessore Gualmini: Abbassare rette nidi
(DIRE - Notiziario settimanale Minori) Roma, 8 ott. - Le famiglie emiliano-romagnole con figli sono sempre piu' in affanno. Lo certifica una ricerca sulla condizione socio-demografica dei bambini di eta' 0-5 in Emilia-Romagna, condotta da Gianpiero Dalla Zuanna, senatore Pd e docente dell'Universita' di Padova. Nel nord Italia, Emilia-Romagna compresa, il 5% delle famiglie vive in condizioni di poverta' assooluta. Una condizione "molto piu' diffusa fra le famiglie con minori che fra le famiglie con anziani", si afferma nella ricerca. Il quadro e' simile anche per quanto riguarda la poverta' relativa, che vede solo in Emilia-Romagna il 4,8% delle famiglie in questa condizione. In regione "la quota di poveri e' meta' rispetto alla media nazionale- si sottolinea nello studio- anche se la tendenza e' crescente". La ricerca ha poi indagato il disagio delle famiglie con bambini anche rispetto alla loro percezione sui diversi aspetti della vita quotidiana.
Per quanto riguarda ad esempio la sporcizia nelle strade, le difficolta' di parcheggio, i collegamenti con i mezzi pubblici, il traffico e il rischio di criminalita', "l'Emilia-Romagna si colloca in posizione molto migliore rispetto alla media nazionale". Se ci si sposta sul versante economico, invece, si verifica l'opposto. Dal 1993 al 2012, "le famiglie emiliano-romagnole con figli piccoli affermano di 'vivere in zone con spese troppo alte', in una proporzione sensibilmente maggiore rispetto alla media nazionale". E ancora, le famiglie emiliano-romagnole con bambini piccoli che affermano di avere 'risorse economiche scarse o insufficienti' sono passate dal 25% dei primi anni '90 al 42% del 2012. In altre parole, si spiega nello studio, "le famiglie con bambini dell'Emilia-Romagna da almeno 20 anni percepiscono condizioni di vita collettiva relativamente favorevoli, ma denunciano in modo sempre piu' netto e chiaro condizioni economiche sfavorevoli".
La ricerca e' stata presentata in Regione, nel corso del convegno organizzato per presentare la nuova legge sui servizi per l'infanzia in Emilia-Romagna. Una riforma che, tra le altre cose, prevede una maggiore flessibilita' organizzativa dei servizi, un sistema di accreditamento delle strutture educative piu' semplice e l'obbligo di vaccinazione per chi si iscrive al nido. Una misura che "partira' entro l'autunno- spiega l'assessore regionale alla Sanita', Sergio Venturi- ma e' ovvio che i bambini non ancora vaccinati non saranno allontanati dai nidi e dalle altre strutture educative. Le famiglie avranno tempo tutto il prossimo anno scolastico per adeguarsi". La riforma riguardera' 232.000 bambini emiliano-romagnoli tra zero e cinque anni, ovvero il 5,2% della popolazione regionale. Tra questi, nella fascia 0-3 anni, oltre 30.000 sono iscritti in 1.214 strutture.
Dal 1965 il numero di bambini in Emilia-Romagna si e' piu' che dimezzato. Sono sempre meno le mamme giovani (in media hanno 34 anni) e sono in aumento i genitori stranieri (circa il 30%). In crescita i genitori non coniugati (circa il 31%), mentre il 10% dei bambini ha un solo genitore. E poi c'e' il tema della poverta'. "Chi sceglie di avere figli, se occupazione o reddito non sono stabili, e' a rischio di scivolare nella poverta'- avverte la vicepresidente della Regione, Elisabetta Gualmini- la scelta del nido continua a rimanere strettamente correlata al reddito familiare". Quindi "occorre contenere le tariffe" e "prevenire condizioni di esclusione e di poverta' dei minori". Ad esempio, con "servizi per la prima infanzia di alta qualita', aperti a tutti" e con "formule innovative per andare incontro alle esigenze di tutte le giovani famiglie". Inoltre, combattere la poverta' con "il sostegno all'inclusione attiva e il reddito di solidarieta'".
(Wel/ Dire)