Castelbianco (IdO): Meglio un progetto pilota con una selezione
(DIRE - Notiziario settimanale Minori) Roma, 18 nov. - L'ipotesi di sperimentare i quattro anni di scuola superiore al posto dei canonici cinque pone molteplici interrogativi. "Il passaggio dalla scuola media a un quadriennio cosi' concentrato e richiestivo non puo' essere automatico, non sarebbe una garanzia. D'altra parte abbiamo gia' visto come l'anticipazione a cinque anni della prima elementare abbia comportato tanti problemi a una grande percentuale di bambini anticipatari, seppur molto intelligenti. Sicuramente la scuola media dovra' preparare a questo passaggio impegnativo dei quattro anni di liceo, e cio' vorra' dire che anche la scuola elementare sara' chiamata a preparare a una scuola media piu' gravosa. È una riforma che tocca tutti gli ordini di scuola e certo non e' possibile sbagliare, altrimenti ne deriverebbe un danno per gli studenti con tutte le conseguenze connesse". È il commento di Federico Bianchi di Castelbianco, psicoterapeuta dell'eta' evolutiva e direttore dell'Istituto di Ortofonologia (IdO), quale centro di diagnosi, terapia e ricerca clinica sui disturbi della relazione e della comunicazione. L'IdO e' anche un centro psico-pedagogico per l'eta' evolutiva e di formazione e aggiornamento per medici, psicologi, operatori socio-sanitari e insegnanti. L'equipe di psicoterapeuti dell'istituto conosce bene le difficolta' scolastiche, essendo impegnata in oltre 100 scuole a Roma nel supportare studenti e docenti attraverso il servizio degli sportelli d'ascolto.
Per questo motivo Castelbianco consiglia: "Sarebbe piu' opportuno un progetto pilota su degli studenti selezionati e volontari, a prescindere dai genitori, per poter comprendere meglio le possibili difficolta' prima di estenderlo a tutti gli altri". I ragazzi termineranno un anno prima gli studi "per andare all'universita' o entrare nel mondo del lavoro- sottolinea l'esperto-, ma ridurre il percorso scolastico di un anno vorra' dire prestare maggiore attenzione ai giovani, allo studio e allo studente. Non solo vi e' la preoccupazione per la realizzazione di un processo didattico educativo ben piu' complesso, ma anche il fatto che il ragazzo dovra' sentirsi maggiormente impegnato. Di certo non possiamo immaginare un passaggio da un anno all'altro senza una reale acquisizione di tutti gli apprendimenti. Nel quinquennio- conclude il direttore dell'IdO- c'e' piu' tempo per recuperare".
(Wel/ Dire)