(DIRE - Notiziario settimanale Minori) Roma, 18 nov. - In Italia un alunno di 15 anni su quattro non raggiunge le competenze minime in matematica e uno su cinque in lettura e la percentuale di giovani tra i 18 e i 24 anni che abbandonano precocemente gli studi, fermandosi alla licenza media, supera la media europea (14,7% contro 11%), nonostante negli ultimi 10 anni il tasso di dispersione scolastica si sia ridotto del 7,4%.
"L'assenza di opportunita' e stimoli ha forti ripercussioni anche sulla riuscita scolastica di bambini e ragazzi": e' l'analisi contenuta nell'Atlante dell'Infanzia (a rischio) "Bambini, Supereroi" di Save the Children, che quest'anno, per la prima volta, viene pubblicato da Treccani e sara' disponibile nelle librerie italiane da inizio dicembre 2016. Anche il livello di istruzione basso dei genitori rappresenta un forte fattore di rischio per la vita e il futuro dei bambini. Dalla mappa della "Scolarizzazione e poverta'" salta all'occhio che in Italia quasi sei bambini su 10 (58,3%) tra 0 e 17 anni i cui genitori hanno un titolo di studio che non supera la licenza media sono a rischio di poverta' ed esclusione sociale, contro il 13% dei figli di genitori laureati. Un dato particolarmente significativo considerando che l'Italia presenta una percentuale molto alta (42,3%) di adulti tra 18 e 64 anni con livelli di scolarizzazione bassi, ben al di sopra della media europea del 27,5%. Sulle famiglie economicamente piu' fragili si e' fatto sentire anche l'effetto della crisi: tra il 2008 e il 2014, la percentuale di minorenni figli di genitori con bassi titoli di studio a rischio poverta' e' cresciuta del 10,2%, contro una media del 7,9% a livello europeo Le poverta' economiche ed educative dei genitori possono lasciare il segno sulla vita dei bambini anche al momento della nascita.
Tra le donne senza alcun titolo di studio o con solo la scuola elementare, la quota di chi non effettua visite di controllo durante la gravidanza (5,4%) o di chi lo fa solo dopo la dodicesima settimana (11,2%) e' 3-4 volte superiore rispetto a quella delle madri con livelli di istruzione elevati (1,8% e 2,6%). Nonostante la mortalita' infantile in Italia si sia drasticamente ridotta nel corso tempo, raggiungendo oggi un tasso medio nazionale di 3,2 decessi entro il primo anno di vita per 1.000 nati vivi, permangono importanti differenze territoriali, con il Trentino Alto Adige (3,3 su 1.000) ed alcune regioni del Sud e del Centro (Sicilia, Calabria, Campania e Abruzzo oltre quattro su 1.000) che superano la media nazionale.
(Wel/ Dire)