(DIRE - Notiziario settimanale Minori) Bologna, 25 mar. - Arresti domiciliari per la donna, madre di due bambini di cinque e 18 mesi, che dal 3 marzo era detenuta in custodia cautelare nel carcere della Dozza a Bologna. Il caso della donna, una 33enne accusata di ricettazione e indebito utilizzo di bancomat, era stato segnalato dalla Garante dei detenuti di Bologna Elisabetta Lagana', che per motivare la sua contrarieta' all'idea di ristrutturare una parte del 'braccio' femminile della Dozza per adibirla a nido aveva usato come esempio proprio la situazione del bambino piu' grande, che a suo dire manifestava "i tipici segnali derivati dal permanere in un luogo incompatibile con l'infanzia: forte agitazione, pianto, angoscia e ribellione, pugni picchiati contro la porta della sala colloqui quando veniva chiusa".
Il Tribunale del riesame, pero', ha dato l'ok ai domiciliari, accogliendo il ricorso del legale della donna Roberto Filocamo, che parlando alla 'Dire' spiega che "a mio giudizio, dal momento che per le madri con figli che hanno meno di sei anni e' vietata, tranne che in alcuni casi, la custodia cautelare in carcere, non c'erano i presupposti per tenere in prigione questa donna, e la decisione con cui si era stabilito di lasciarla in carcere non era adeguatamente motivata". Ora, in attesa del processo, per la donna il ritorno in prigione sembra scongiurato, anche perche', dice il legale, "una revoca dei domiciliari puo' avvenire solo se lei si allontanasse dal domicilio o se fosse accolto un ricorso del Pm". Eventualita' improbabile, dal momento che lo stesso Pm "si era opposto in prima istanza davanti al Gip ai domiciliari, ma in seconda istanza si era detto favorevole, anche se poi e' arrivata prima la decisione del Tribunale del riesame".
Quanto alla denuncia della Garante, il legale afferma che Lagana' "mi aveva riferito le cose che ha scritto sul comportamento del bambino piu' grande, anche se, avendo visto la donna e i bambini tre volte in carcere e alle udienze, posso solo dire che personalmente non ho mai assistito ai comportamenti di cui parla la Garante". Le poche volte "in cui ho visto i bambini- conclude Filocamo- il piu' grande manifestava semplicemente il disagio che ci si aspetterebbe da un bambino di quell'eta' che si trova in un luogo in cui non dovrebbe stare, come e' appunto il carcere".
(Wel/ Dire)