(DIRE - Notiziario settimanale Minori) Roma, 25 mar. - Dopo l'annuncio dell'interruzione in Grecia delle attivita' nei centri di fatto divenuti di detenzione e l'implementazione dell'accordo UE-Turchia entrato in vigore il 20 marzo, Save the Children torna ad esprimere profonda preoccupazione per i bambini vulnerabili appena arrivati e le loro famiglie, che saranno sottoposti a "una detenzione illegale e ingiustificata per lunghi periodi di tempo". Attualmente, tutti i richiedenti asilo e i migranti arrivati sulle isole, a prescindere dal loro status, vengono rinchiusi nei centri di detenzione di nuova designazione fino a quando, in seguito ai loro colloqui individuali, viene emessa una valutazione sulla loro ammissibilita', chiarisce l'organizzazione "Le domande di asilo, i colloqui e le valutazioni possono durare settimane o addirittura mesi. Di conseguenza, i richiedenti sono e saranno sottoposti a una detenzione illegale e contraria al diritto internazionale ed europeo in materia di diritti umani", dice Valerio Neri, direttore generale di Save the Children. Nonostante la Commissione europea abbia chiarito che "i migranti irregolari potranno essere trattenuti nei centri di ricezione 'chiusi' sulle isole greche, mentre i richiedenti asilo verranno alloggiati in centri di ricezione aperti", secondo quanto osservato, cio' non sembra corrispondere alla realta'.
"Non e' assolutamente possibile trasformare da un giorno all'altro gli hotspot in centri di detenzione rispettando i requisiti legali internazionali ed europei. A fare le spese di questa scelta saranno soprattutto i bambini. Sappiamo gia' che tra coloro che verranno sottoposti a detenzione ci saranno i minori non accompagnati, soggetti particolarmente vulnerabili che richiedono un sostegno specializzato", insiste Neri, ricordando "che la detenzione dei bambini e' illegale e non avviene mai nel loro superiore interesse". Inoltre, la scusa dell'unita' familiare "non deve mai essere usato per giustificare la detenzione dei minori".
Anche per questo, Save the Children ha sospeso fino a ulteriore comunicazione tutte le attivita' di supporto ai servizi di base nei centri detentivi a Lesbo, Chios, Samos, Los e Leros, incluso la fornitura di trasporto su autobus verso i centri a Lesbo, la distribuzione di utensili per la cucina, materiali per allestire i rifugi e abiti invernali e la distribuzione di cibo nel campo di Moria a Lesbo, che viene ora gestita dalle forze armate greche. "Manterremo invece la distribuzione di cibo in collaborazione con Oxfam esclusivamente nel campo di Kara Tepe, che e' gestita dall'amministrazione locale e rimane una struttura aperta, cosi' come manterremo alcune attivita' di protezione dei minori in tutti i centri chiusi, perche' siamo molto preoccupati dalle condizioni di vita dei bambini che vivono al loro interno", afferma Neri.
Quanto all'accordo Ue-Turchia "per noi e' inaccettabile che il fulcro sia la protezione dei confini, abdicando alla protezione e al salvataggio di migliaia di vite", attacca ancora Neri.
Perche', intanto nel campo di Idomeni le condizioni sono terribili: piu' di 10.000 migranti, di cui oltre un terzo sono bambini, anche molto piccoli, continuano a vivere in condizioni inaccettabili, sotto la pioggia, in mezzo al fango e al freddo. Nonostante la tensione crescente nel campo, Save the Children sta continuando tutte le attivita' di distribuzione di abiti e cibo per le persone piu' vulnerabili, le attivita' di protezione per i minori non accompagnati e ha lanciato oggi un programma di nutrizione specifico per i neonati.
(Wel/ Dire)