(DIRE- Notiziario settimanale Minori) Roma, 25 mar. - "Non possiamo rispondere a una strategia del terrore e del conflitto con la paura. Se dovessimo entrare in questo vortice, permetteremmo ai signori del terrorismo di raggiungere i loro obiettivi principali: controllare le nostre vite, impoverirci culturalmente, azzerare le nostre liberta'. Dopo i tragici avvenimenti di Bruxelles, siamo tutti a interrogarci se sia il caso di rivedere anche le nostre abitudini in fatto di stili di vita, viaggi e spostamenti". Cosi' Anna Paola Sabatini, dirigente titolare dell'Ufficio scolastico regionale per il Molise.
"La paura di poter imbattersi in nuovi attentati- dice Sabatini- oppure di rischiare la vita come accaduto alle nostre povere connazionali in viaggio per l'Erasmus in Spagna, prende il sopravvento sulle nostre vite e stravolge il bisogno di sicurezza sostituendolo con le fobie piu' incontrollabili. Un effetto domino che si ripercuote anche sui viaggi d'istruzione. Fra i docenti sale sempre di piu' il malcontento: per le responsabilita' che aumentano, per la paura del verificarsi di episodi simili a quello accaduto in Spagna o per altre tragedie (ricordiamo gli studenti vittime proprio di incidenti in gita alcuni mesi fa) e ora anche per l'allerta terrorismo. C'e' chi, insomma, vorrebbe abolire la classica gita scolastica. La verita' e' che i viaggi d'istruzione rimangono, invece, un potente strumento educativo, di socializzazione e di crescita formativa e personale per tutti i ragazzi". Anzi, aggiunge Sabatini, "e' proprio nei momenti come questo che le nostre responsabilita' di docenti ed educatori devono prevalere sull'emotivita' e l'irrazionalita' dettate dalla paura". Per il dirigente, la reazione piu' importante "puo' e deve avviarsi proprio dalla scuola. Come ha dichiarato recentemente il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, quando si e' detta convinta in una sua intervista che dai giovani possa partire 'un messaggio forte di contrasto al tema della violenza ma anche al tema della paura, che potrebbe essere la risposta piu' pericolosa alla violenza'. La risposta di fronte al panorama attuale, dunque, non puo' essere l'immobilismo, la chiusura o la paura, ma solo la 'prudenza' e il dialogo, che comprende l'integrazione, la conoscenza e la partecipazione".
(Wel/ Dire)