Siria, Unicef: 8,4 mln bimbi coinvolti
E 7 milioni vivono in poverta'
(DIRE- Notiziario settimanale Minori) Roma, 18 mar. - Secondo un nuovo rapporto dell'Unicef, circa 3,7 milioni di bambini siriani (uno su tre) sono nati dall'inizio del conflitto cominciato cinque anni fa. Le loro vite sono state condizionate da violenze, paure e fughe. Questi dati comprendono oltre 306.000 nati come rifugiati dal 2011. In totale, secondo l'organizzazione circa 8,4 milioni di piccoli, oltre l'80% della popolazione infantile della Siria, sono adesso colpiti dal conflitto, sia all'interno del paese che come rifugiati nei paesi vicini.
"In Siria, le violenze sono diventate la normalita', colpendo case, scuole, ospedali, cliniche, giardini, parchi per giocare e luoghi di preghiera", ha dichiarato Peter Salama, direttore regionale dell'Unicef per il Nord Africa e il Medio Oriente.
"Circa 7 milioni di bambini vivono in poverta', che ha reso la loro un'infanzia di mancanze e deprivazioni". Secondo il rapporto "Nessun luogo sicuro per i bambini", l'Unicef ha verificato circa 1.500 gravi violazioni commesse contro i bambini nel 2015. Oltre il 60% di queste violazioni erano casi di uccisioni e mutilazioni causate da armi esplosive usate in aree popolate. Oltre un terzo di questi bambini e' stato ucciso a scuola o lungo la strada per raggiungere le strutture scolastiche. Nei paesi vicini, il numero di rifugiati e' circa di 10 volte piu' alto oggi che nel 2012.
Meta' dei rifugiati sono bambini. Oltre 15.000 bambini separati e non accompagnati hanno superato il confine della Siria.
"In cinque anni di guerra, milioni di bambini sono cresciuti troppo in fretta", ha continuato Salama. "In questo conflitto che non accenna a finire, i minori stanno combattendo la guerra degli adulti, stanno continuando a non frequentare le scuole e molti sono costretti a lavorare, mentre le ragazze si sposano molto giovani". Nei primi anni del conflitto, la maggior parte dei piccoli reclutati da gruppi e forze armate erano ragazzi tra i 15 e i 17 anni. In un primo momento venivano impiegati in ruoli di supporto lontano dalla linea del fronte. Dal 2014, tutte le parti in conflitto hanno reclutato minori, anche giovanissimi (il piu' giovane ha sette anni) e spesso senza il consenso dei genitori. Tra i casi di reclutamento nel 2015 verificati dall'Unicef oltre la meta' aveva meno di 15 anni, rispetto a meno del 20% nel 2014. I piccoli soldati ricevono una formazione militare e partecipano ai combattimenti, o svolgono al fronte ruoli rischiosi per la loro vita, compreso il fatto di maneggiare le armi, la riforniture dei checkpoint e la cura e l'evacuazione dei feriti in guerra. Le parti in conflitto li stanno utilizzando per uccidere, anche come esecutori o cecchini.
Una delle sfide piu' significative durante il conflitto e' stata di garantire un'istruzione ai minori. I tassi di frequenza scolastica in Siria sono calati drasticamente. Secondo l'Unicef oltre 2,1 milioni di loro in Siria, e 700.000 nei paesi vicini, non frequentano le scuole. In risposta, l'Unicef e i suoi partner hanno lanciato l'iniziativa "No Lost Generation" sull'istruzione. "Non e' troppo tardi per i bimbi della Siria. Loro continuano a sperare in una vita dignitosa e con opportunita'. Loro ancora hanno sogni di pace e hanno la possibilita' di realizzarli", ha concluso Salama. Il rapporto chiede alla comunita' internazionale di intraprendere cinque passi per proteggere una generazione di bambini della Siria: - Porre fine alla violazione dei diritti dei bambini; - Interrompere gli assedi e migliorare l'accesso umanitario in Siria; - Garantire 1,4 miliardi di dollari per il 2016 per dare ai bambini opportunita' di istruzione; - Ridare ai bambini dignita' e rafforzare il loro benessere psicologico; - Trasformare le promesse di finanziamento in impegni. L'Unicef ha ricevuto solo il 6% dei fondi richiesti per il 2016 per aiutare i bambini siriani sia all'interno del paese sia quelli rifugiati nei paesi.
(Wel/ Dire)
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