(DIRE- Notiziario settimanale Minori) Roma, 11 mar. - "Nuova sentenza del Tribunale minori di Roma con cui si affidano tre figli a due mamme, con una di quelle adozioni incrociate che vengono comunemente definite con il termine di stepchild adoption. La legge sulle unioni civili, recentemente approvata dal Senato e da pochi giorni incardinata anche alla Camera in commissione giustizia, esclude espressamente il ricorso a questo tipo di adozione. La linea della maggioranza Pd-Area popolare al Senato era stata molto chiara: si' al riconoscimento dei diritti civili delle unioni civili no al coinvolgimento dei minori attraverso questo tipo di adozioni". Lo afferma l'onorevole di Ap, Paola Binetti.
"Queste sentenze scavalcano l'ordinario potere legislativo del Parlamento e in questo caso, se riflettiamo sul maxi-emendamento proposto dal governo con l'esplicito consenso dello stesso Renzi, anche della linea proposta dall'esecutivo. In altri termini il magistrato ha voluto esplicitamente ignorare il dibattito del Parlamento, il suo confronto con il Governo e le decisioni che ne sono scaturite. Il riconoscimento di nuove forme di genitorialita' non puo' certamente avvenire prescindendo dalla linea del parlamento", prosegue Binetti.
"Cio' significa che la posizione da assumere nel dibattito alla Camera per porre uno stop alla stepchild adoption deve essere piu' chiara e determinata e quindi non puo' che modificare quanto stabilito al Senato. La tutela dei minori che vivono con le coppie omosessuali va garantita con un 'no' alle adozioni incrociate e con un 'no' deciso all'utero in affitto, molto spesso a monte della nascita dei figli nelle coppie omosessuali. Il Tribunale dei minori e' in questo momento al centro del dibattito che si sta svolgendo in Aula, perche' si intende modificarne radicalmente l'assetto. Sorprende quindi che in una fase di cambiamenti cosi' profondi che riguardano proprio il tribunale dei minori, in quel tribunale si prendano posizioni che non trovano alcun riscontro nell'impianto della norma ora in discussione", conclude la Binetti.
(Wel/ Dire)