(DIRE- Notiziario settimanale Minori) Roma, 11 mar. - Il Tribunale per i minorenni di Roma ha riconosciuto, con una nuova sentenza, il diritto a una coppia di due donne a essere entrambe mamme di tre bambini, attraverso un'adozione 'incrociata' che considera tutti e tre figli delle conviventi. Lo annunciano Rete Lenford (l'avvocatura per i diritti Lgbti) e Famiglie Arcobaleno sottolineando anche che in Svizzera la Camera dei Cantoni ha approvato a grande maggioranza una riforma della legge sulle adozioni che estende anche alle coppie omosessuali la possibilita' di adottare il figlio del partner, Rete Lenford e Famiglie Arcobaleno.
Quanto alla sentenza del tribunale di Roma, alle due donne, rappresentate dall'avvocata Susanna Lollini, e' stata riconosciuta l'adozione 'incrociata' dei tre figli che da oggi, quindi, si spiega sul sito di Rete Lenford, sono anche per la legge figli di entrambe le madri.
"Va sottolineato- spiegano le associazioni- che, mentre la Camera si appresta a discutere la proposta di legge sulle unioni civili dove l'adozione dei figli del partner e' stata stralciata rimettendo cosi' tutto nelle mani dei giudici, il Tribunale scrive che gia' la normativa attuale 'deve poter essere interpretata alla luce dei principi costituzionali e convenzionali che costituiscono il fondamento per il riconoscimento di nuove forme di genitorialita''. E' di tutta evidenza (continua la sentenza) che i rapporti esistenti tra le ricorrenti ed i rispettivi figli sono quelli concretamente e quotidianamente tipici di una sana relazione madre-figli".
Tuttavia, continua il commento, "per la particolarita' della norma sulle adozioni speciali che si applica a questi casi, i figli della coppia continueranno a non essere per la legge fratelli, dal momento che tale adozione definisce solo i rapporti tra il genitore che adotta e il minore, escludendo il resto della famiglia. Questo nonostante, sottolinea il giudice, che 'le mamme hanno dichiarato al giudice che i bambini vivono come fratelli perche' tali si considerano e vengono nel mondo esterno considerati'". Marilena Grassadonia, presidente Famiglie Arcobaleno, dichiara: "E' grande la soddisfazione per questa ennesima sentenza, che mette ancora una volta in evidenza la distanza abissale tra la politica italiana, il diritto e la realta'. Il preminente interesse del minore, elemento centrale nelle decisioni dei giudici, rimane un illustre sconosciuto per i nostri politici. E' inaccettabile- aggiunge- che i nostri figli e le nostre figlie non vengano tutelati in maniera chiara dalle leggi di questo Stato".
L'avvocata Maria Grazia Sangalli, presidente di Avvocatura per i diritti Lgbti-Rete Lenford aggiunge: "Il moltiplicarsi di sentenze che riconoscono l'adozione incrociata dei figli dei due partner di una coppia formata da persone dello stesso sesso mette in luce l'assoluta idoneita' di queste coppie a svolgere in pieno il ruolo genitoriale ed e' scandaloso che di fronte a questa pressante esigenza di tutela dei minori il legislatore si rifiuti di dare una chiara risposta legislativa, addossando ai giudici di farsi portatori di un'interpretazione evolutiva delle norme e lasciando che ai figli di queste coppie vengano riconosciuti minori diritti rispetto a quelli di cui godrebbero con una adozione piena".
(Wel/ Dire)