(DIRE- Notiziario settimanale Minori) Roma, 11 mar. - La pratica dell'utero in affitto e' "un abominio" e "illegittima perche' vietata dalla legge italiana". Lo ha detto il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, nei giorni scorsi durante il question time alla Camera. "Anche il presidente del Consiglio si e' espresso contro la maternita' surrogata ed e' obiettivo comune trovare in sede parlamentare largo consenso" su un provvedimento che possa perseguire chi beneficia della maternita' surrogata all'estero. "Come ministro intendo far valere la legge attualmente in vigore in Italia- insiste- e come ministero siamo gia' intervenuti per difendere di fronte alla Corte europea dei diritti dell'uomo la legge italiana".
Sulla questione, sempre in question time, e' intervenuta anche Paola Binetti, deputata di Area popolare, Ncd-Udc. "Sono 30.000 le famiglie italiane in attesa di adozione e 35.000 i minori senza famiglia. Per non parlare dell'iter adottivo, afflitto da una burocrazia complessa e senza un vero e proprio coordinamento generale. Per contro, nonostante la legge italiana lo escluda categoricamente, la pratica dell'utero in affitto si sta diffondendo sempre di piu' sia tra le coppie omosessuali che etero. La pratica dell'utero in affitto, ha aggiunto, "e' illegale, aggira le leggi sull'adozione e soprattutto priva il bambino, nel caso di coppie omosessuali, dell'esperienza fondamentale di avere una madre e un padre. Ci rassicurano le parole del ministro Lorenzin sull'avvio dell'indagine conoscitiva, viatico per una revisione delle norme vigenti e l'accesso alle adozioni". Detto cio', per Binetti, "e' urgente, pero', che il Governo, ed in particolare il ministero della Giustizia, assuma iniziative efficaci per rendere operativo il divieto del ricorso all'utero in affitto, anche prevedendo sanzioni penali, in analogia con quanto accade per il turismo sessuale che coinvolge i minori". Questo perche' "siamo davanti ad una nuova forma di turismo procreativo, in cui tutto sembra tecnologicamente possibile, anche se capovolge l'ordine naturale delle cose. Certamente- conclude Binetti- e' piu' una battaglia di tipo culturale che una battaglia penale, ma questa pratica va disincentivata in tutti i modi possibili", ha concluso Binetti.
(Wel/ Dire)