(DIRE - Notiziario settimanale Minori) Roma, 27 mag. - "L'universo dei disturbi dello spettro autistico e' infinitamente variegato perche' ogni paziente ha la propria individualita' e le proprie caratteristiche. Le buone prassi ci dimostrano che e' inutile attivare delle battaglie metodologiche, al contrario i servizi devono padroneggiare tutte le metodologie e applicarle in maniera elastica, individualizzata e a seconda delle necessita' del soggetto in quella fase dello sviluppo". A dirlo e' Renato Scifo, neuropsichiatra infantile responsabile dei servizi per l'autismo del Dsm e dell'Unita' operativa complessa dell'Ospedale di Acireale (Catania). Il medico interverra' al convegno 'Autismo. Un dialogo possibile tra tecnici di diversa formazione', promosso il 25 giugno a Catania dal centro di riabilitazione Villaggio San Giuseppe, dalle 8.30 alle 18, nella Sala Riunioni in Via Mazzasette 3 ad Aci Sant'Antonio.
"Cio' che conta- continua il neuropsichiatra- e' intervenire precocemente e al di sotto dei 3 anni di eta'. Noi lo facciamo applicando in chiave evolutiva l'Early Start Denver Model (Esdm), una tecnica di tipo cognitivo comportamentale che stimola precocissimamente i minori a livello relazionale e comportamentale: non e' una stimolazione strettamente riflessologica o un mero ammaestramento, ma un trattamento che mette in primo piano la relazione, il lavoro sull'empatia, sulla sintonizzazione emotiva e affettiva".
Intervenire precocemente significa "iniziare a trattare i bambini che presentano i cosiddetti disturbi multisistemici dello sviluppo, per evitare che entrino in maniera stabile e irreversibile all'interno dello spettro autistico. A Catania- rivela il medico- sono circa 1.200 i soggetti autistici di tutte le eta', e circa la meta' (600) sono quelli presi in carico in eta' evolutiva". Scifo parlera' al convegno del 'Trattamento intensivo precoce e le attivita' del centro diurno secondo il metodo applicato dalla Asp 3 di Catania': "Ormai c'e' ampio consenso a livello scientifico che quanto prima si fa la diagnosi e s'interviene in maniera specifica, tanto piu' si potranno prevenire gli esiti invalidanti dei disturbi dello spettro autistico. I nostri percorsi di presa in carico prevedono oltre alla rete dei 12 ambulatori territoriali, al cui interno c'e' un team dedicato che applica gli strumenti di diagnosi codificata e accertamenti ospedalieri nel reparto di neuropsichiatria dell'ospedale di Acireale, anche altri due centri inaugurati quest'anno: il Centro per i disturbi dello spettro autistico con un'unita' per il trattamento intensivo precoce e il Centro diurno per i bambini, gli adolescenti e gli adulti. È una grossa novita'- ribadisce Scifo- dal momento che la Psichiatria adulti ha sempre considerato l'autismo una branca dell'eta' evolutiva. Questo e' vero in termini di esordio, ma poi continua in eta' adulta ed e' un paradosso seguirli solo fino ai 18 anni. Abbiamo anche strutturato, come previsto dalla legge, una Comunita' residenziale- fa sapere il responsabile- La struttura e' gia' pronta, ma per renderla attiva abbiamo bisogno che il nuovo atto aziendale appena emanato dell'assessorato attivi i concorsi per integrare il personale di tipo infermieristico parasanitario, che dovra' essere h24".
Lo standard dell'intensiva precoce prevede "una media di dieci trattamenti al giorno, mentre il Centro diurno dovra' ospitare un modulo di dieci ragazzini e di dieci adolescenti o giovani adulti. Al momento seguiamo 14 bambini, sempre con un turn over", avvisa il neuropsichiatra. Per evitare poi la dipendenza dalla struttura, "facciamo in modo che il percorso abilitativo sia collegato con il territorio. Il trattamento deve essere ecologico- chiosa Scifo- si lavora con il Parent Training e il Parent Coaching per addestrare, rendere consapevoli e capaci i genitori ad applicare le stesse metodologie in un contesto di vita normale del bambino (anche a scuola). Il piccolo viene stimolato con obiettivi ben precisi e misurabili nel tempo in base alle esigenze dell'ambiente di vita normale e coinvolgendo tutta la famiglia- continua il medico- nelle fasi precoci, in cui ancora certi comportamenti problematici non si sono strutturati in maniera irreversibile, si ottengono risultati molto incoraggianti. Assistiamo a cambiamenti di valutazione funzionale- afferma l'esperto- in cui si acquisiscono linguaggi e competenze".
- QUALI SONO LE CRITICITÀ? "Si deve puntare a lavorare in rete, non ha senso lavorare singolarmente. Si creino delle reti assistenziali con dei piani di trattamento personalizzato che vedano coinvolti nella stessa progettazione i centri pubblici, gli eventuali centri privati convenzionati, la scuola, il privato sociale e le associazioni dei familiari. Devono lavorate tutti insieme con un'attenzione verso l'eta' adulta. Noi da tanti anni sviluppiamo in tal senso dei progetti finanziati a livello nazionale con le fattorie sociali- prosegue Scifo- dove abbiamo coinvolto dei ragazzi in percorsi di preformazione lavorativa.
Adesso hanno uno sbocco lavorativo che prevede l'inserimento in cooperative integrate, per valorizzare le loro competenze e rispettare i loro limiti". Un'altra criticita' e' il cosiddetto 'Dopo di noi'. "Su questo tema e' fondamentale definire dei percorsi d'integrazione socio-sanitaria- avverte il medico- perche' non e' pensabile che tutto sia a carico della Sanita'.
Questa deve avere un percorso riabilitativo, curativo e terapeutico, ma la societa', e quindi i servizi sociali e gli enti locali che sono responsabili della gestione e della tutela delle fragilita', devono creare una rete di protezione: case famiglia, comunita' e servizi che possano consentire a quelle famiglie, che non hanno la possibilita' di continuare ad assistere anche in eta' avanzata i soggetti fragili, di inserirli in strutture abitative qualitativamente valide in cui i servizi sanitari seguano la parte sanitaria. Gli standard europei prevedono delle strutture piccole ed agili e non i mega istituti per disabili- conclude- in cui non e' possibile avere una vita normale con le giuste tutele, i giusti controlli e i giusti standard".
(Wel/ Dire)