Castelbianco: Occorre un accordo certo tra genitori e scuola
(DIRE - Notiziario settimanale Minori) Roma, 20 mag. - "Il problema delle sostanze stupefacenti nelle scuole italiane e' diffusissimo tra i ragazzi e noi siamo sempre in ritardo e mai risolutivi. Se pensiamo di bocciare gli adolescenti per motivi extrascolastici rischiamo solo di perderli". Lo ha detto Federico Bianchi di Castelbianco, psicoterapeuta dell'eta' evolutiva, commentando a Uno Mattina la decisione del consiglio d'istituto di una scuola media di Giussano (Monza e Brianza) di non ammettere all'esame di terza due ragazzi sorpresi a scambiarsi una dose di marijuana in classe. "Non trasformiamo gli adolescenti in vittime o in eroi. Il loro lavoro e' andare a scuola e studiare. Se trasgrediscono devono essere puniti- ha proseguito lo psicoterapeuta- sarebbe utile far fare loro tre mesi di servizi sociali, mentre con questa decisione trascorreranno tutta l'estate in santa pace e poi ricominceranno la terza media".
La scuola mette sullo stesso piano chi spaccia e chi acquista? "È un problema di tipo educativo- ha ricordato Castelbianco- e in Italia abbiamo molti presidi in gamba, anche se non tutti lo sono". Lo spaccio fuori scuola, "con un potenziale di 1.000 ragazzi e 1.000 paghette settimanali da potersi prendere, e' un mercato enorme. Un mercato di questa entita' non si ferma semplicemente parlandone- ha ribadito- non conosciamo nemmeno le innumerevoli tipologie di droghe che vengono spacciate. Noi restiamo sempre stupiti da quello che accade. Prendiamone atto e cerchiamo in quanto adulti di essere piu' educativi". Sembrano a rischio anche gli alunni delle elementari, quelli di 10-11 anni. "Dobbiamo fare in modo che tutte le scuole possano affrontare il problema dello spaccio di droga adottando delle modalita' d'intervento sane e identiche, che possano essere seguite da tutti i presidi, sia quelli bravi che meno bravi". Per Castelbianco, che conosce bene la realta' delle scuole avendo realizzato sportelli d'ascolto e supporto psicologico in moltissimi istituti comprensivi italiani, il criterio da seguire e' chiaro: "Occorre un accordo certo tra i genitori e la scuola, che ormai e' l'ultimo punto educativo rimasto nella societa'. Per questo motivo l'istituzione scolastica va rafforzata- ha chiosato lo psicologo- e l'accordo con le famiglie deve puntare a raggiungere una linea di condotta univoca".
Lo psicoterapeuta dell'eta' evolutiva ha concluso: "Fornire una modalita' d'intervento identica a tutte le scuole, che sollevi dalla paura genitori e docenti, e' importante. Cosi' come lo e' il ricorrere ai servizi sociali. Non si tratta di tollerare le trasgressioni dei giovani, ma fare in modo che il ragazzo qualunque cosa faccia lo ricordera' poi per tuta la sua vita. Gli adolescenti devono sentire gli adulti compatti, non che li tollerino, ma che li dissuadano dalle trasgressioni attraverso comportamenti adeguati".
(Wel/ Dire)