Luci e ombre in rapporto 'Save the Children' su poverta' educativa
(DIRE - Notiziario settimanale Minori) Roma, 13 mag. - L'Emilia-Romagna "e' una regione con picchi virtuosi, ma anche con alcune importanti carenze e criticita'". È un ritratto in chiaroscuro quello che emerge dal rapporto di 'Save the children' "Liberare i bambini dalla poverta' educativa: a che punto siamo?", presentato a Roma in occasione della Conferenza di rilancio della campagna "Illuminiamo il futuro".
In generale, l'Emilia-Romagna e', insieme alla Lombardia e al Friuli-Venezia Giulia, sul podio delle regioni in cui il tasso di poverta' educativa e' minore. Non tutto, pero', funziona a dovere. Infatti, fa sapere l'associazione, se da un lato la regione "detiene il primato positivo per la maggior copertura di servizi pubblici per l'infanzia in Italia, che si attesta al 27%, con una percentuale piu' che doppia rispetto alla media nazionale del 13%", meno rosea e' invece "la copertura del servizio mensa nelle scuole, di cui sono possono usufruire solo sei alunni su 10 (61%)". Per quanto riguarda le competenze acquisite dai ragazzi, il numero di quelli che non raggiungono la soglia minima in matematica e' leggermente inferiore alla media nazionale (il 20% a fronte del 25%) e in linea con la media per quanto riguarda la lettura (entrambe al 20%). Il dato piu' preoccupante, pero', riguarda la carenza del tempo pieno nelle scuole emiliano-romagnole. Infatti, "e' assente nel 56% delle primarie e nel 94% delle secondarie di primo grado, dato che fa detenere all'Emilia-Romagna la maglia nera a livello nazionale". Altro aspetto negativo che emerge dal rapporto e' che "il 65% degli studenti frequenta scuole dotate di infrastrutture insufficienti a garantire l'approfondimento". Gli adolescenti che abitano in Emilia-Romagna, spiega Raffaela Milano, direttore dei programmi Italia-Europa di 'Save the children', "soffrono piu' degli altri la grave carenza di tempo pieno per le classi della scuola secondaria di primo grado, da cui sono esclusi il 94% dei ragazzi, dato che la scarsa diffusione del tempo pieno implica spesso un'aggiunta molto gravosa alle spese familiari". Piu' della meta' di loro, infatti, "non puo' permettersi di partecipare ad attivita' culturali o ricreative, che sono uno degli elementi fondamentali per contrastare la poverta' educativa". Andare a teatro, concerti, musei, siti archeologici o monumenti, o svolgere attivita' sportive, leggere libri o utilizzare internet, prosegue Milano, "sono fondamentali indicatori dell'opportunita' o della privazione educativa, e in Emilia-Romagna il 57% dei bambini ed adolescenti non ha svolto nell'ultimo anno quattro o piu' di queste attivita'".
(Wel/ Dire)