Un minore su 2 vittima di bullismo, 1 su 6 di cyberbullismo
(DIRE - Notiziario settimanale Minori) Roma, 13 mag. - "I rapporti che attualmente uniscono gli adolescenti sono caratterizzati da una maggiore distanza emotiva e questo rende piu' efferata l'aggressione nei confronti soprattutto dei deboli, perche' non ci sono quei vincoli affettivi che consentono di moderare la propria istintualita'. Piu' che a 'bravate', quindi, oggi assistiamo a veri e propri atti anti-sociali, nei quali sembra che i ragazzi abbiano perso il senso di responsabilita'". In questo contesto, per esempio, "il cyberbullismo rappresenta il comportamento dell'adolescente calato in un collettivo 'spavaldo' che ha perso i confini del rispetto della privacy e che rende l'abuso del potere e la violazione del limite un mezzo sensazionale per decretare la propria presenza". A parlarne alla Dire e' Magda Di Renzo, psicoterapeuta dell'eta' evolutiva e responsabile del Servizio terapie dell'Istituto di Ortofonologia (IdO), che partecipa all'incontro sul 'Cyberbullismo, quando la violenza intrappola in rete', promosso dall'associazione 'Piccoli passi. Camminare con la Scuola di Vignola', in collaborazione con la Scuola 'L. A. Muratori', nella Sala Conferenze dell'Istituto Primo Levi Vignola (Emilia-Romagna) e con il patrocinio del Comune di Vignola.
"Calato in una rete infinita che pone l'altro a una distanza tale da renderlo irriconoscibile- prosegue la psicoterapeuta- l'adolescente perde il senso della responsabilita' del proprio agire e rimane intrappolato in gesti sensazionali che non necessitano di narrazioni. Lipovetsky ha definito 'cattiva infinita'' il continuo mutamento della societa' dell'iperconsumo che non si configura piu' come sistema coerente di segni, ma come perenne rinnovamento. L'adolescente di oggi non ha piu' un sistema cui contrapporsi ed e' alla costante ricerca del limite per trovare una propria specifica identita' e lo fa anche travalicando il reale in quel mondo virtuale che e' fuori della portata degli adulti. Per la prima volta nella storia dell'umanita'- ricorda Di Renzo- la 'tecne'' e' appannaggio dei giovani e gli adulti non sono piu' il punto di riferimento per l'apprendimento della cultura".
Dati alla mano, circa un adolescente su due tra gli 11 e i 17 anni ha subito qualche episodio offensivo, non rispettoso o violento da parte di altri ragazzi o ragazze. Un minore su cinque (20%) e' stato 'vittima assidua' di azioni di bullismo, subendole cioe' piu' volte al mese, e per il 9% gli atti di prepotenza si sono ripetuti con cadenza settimanale. Inoltre, le principali vittime in Italia sembrano essere le ragazze (oltre il 55% contro il 50%) e con il Nord a registrare un numero maggiore di 'bullati', pari a piu' del 57%. Il cyberbullismo riguarderebbe, invece, circa un ragazzo su sei (il 15%).
- NEL BULLISMO E CYBERBULLISMO CHI SONO I PROTAGONISTI DI TALE AGGRESSIVITÀ? "Il bullo, la vittima e lo spettatore- risponde la terapeuta- il bullo manifesta la propria aggressivita' in modo diretto (attraverso comportamenti fisici o atti verbali) o indiretto (attraverso comportamenti di denigrazione o esclusione) e svolge per lo piu' le proprie azioni nell'ambiente scolastico scegliendo spesso come vittima predestinata un compagno di classe. Generalmente si differenzia il bullo dominante - con le sue caratteristiche di aggressivita', forza, opposizione alle regole che ne fanno un progettatore ed esecutore di atti di violenza - dal bullo gregario che assume per lo piu' la funzione di 'sobillatore' e che si pone come seguace del primo. Ne condivide cioe' gli obiettivi, ma non e' in grado di prendere iniziative violente ne' e' capace di portare avanti un'azione da solo. La vittima- continua l'esperta- viene invece identificata come passiva-sottomessa o provocatrice. Nel primo caso si tratta del classico minore un po' isolato dal contesto classe, che non e' in grado di reagire in nessun modo all'attacco del bullo e che arriva a colpevolizzarsi del proprio comportamento senza riuscire a parlarne per il timore che la violenza aumenti. Nel secondo caso si tratta dell'adolescente che in qualche modo provoca gli attacchi degli altri e qualche volta prova a reagire con gesti aggressivi che non riescono pero' mai ad avere la meglio su quelli del bullo. Nella categoria dello spettatore troviamo infine i sostenitori del bullo (coloro cioe' che assistono alla violenza ridendo o anche solo guardando), i difensori della vittima (che tentano di interrompere l'atto o che comunque tentano di consolare la vittima) e la cosiddetta "maggioranza silenziosa" che tenta di rimanere fuori dalla situazione non prendendo posizione in alcun modo".
- COME SI CONFIGURA LA RELAZIONE TRA VITTIMA E BULLO? "Manca la simmetria del rapporto bullo-vittima, per cui entrambi i partecipanti condividono quell'area che oscilla senza soluzione di continuita' tra impotenza e onnipotenza come se non ci fosse mai la possibilita' di immaginare una trasformazione delle forze psichiche messe in campo. Una sorta di scissione che attribuisce a uno dei componenti del rapporto tutta la polarita' opposta a quella dell'altro e che depriva entrambi del senso di umilta' che aiuterebbe l'uno a chiedere aiuto e l'altro a porgerlo. È in questo senso- precisa la psicoanalista junghiana- che anche il bullo puo' essere considerato, a livello profondo, un insicuro, un individuo incapace di far fronte all'inadeguatezza al punto da rimuoverla completamente a favore di una prepotenza che persegue solo il fine della supremazia sull'altro".
- COSA SI PUÒ FARE? "Affrontare il problema del bullismo e cyberbullismo richiede agli adulti di riferimento un grande impegno ed impone riflessioni che travalicano il senso della spavalderia adolescenziale. E' necessario che il mondo adulto restituisca alla 'Rete' quel senso che i ragazzi, da soli, non sono in grado di trovare, ponendo un limite all'adolescenzialita' che pervade il nostro tessuto sociale".
(Wel/ Dire)