(DIRE - Notiziario settimanale Minori) Roma, 15 lug. - In Italia le stime indicano una presenza di circa 100.000 persone che si prostituiscono sia sulle strade, che al chiuso. Di queste circa il 25% sono minorenni. Stando ai dati dell'Organizzazione delle Nazioni Unite (Onu), nel mondo le persone sfruttate a fini sessuali o lavorativi sono 21 milioni, di cui 5,5 milioni minori d'eta'. Il 75% delle vittime di tratta ai fini di sfruttamento sessuale sono donne e ragazze minorenni.
E' quanto si legge nella relazione al progetto di legge presentato alla Camera che punta a punire i clienti delle 'lucciole' con multe da 2.500 a 10.000 euro e carcere fino a un anno in caso di recidiva. La prima firma del documento e' della parlamentare Caterina Bini, ma poi la proposta e' stata sottoscritta da 27 colleghi del Pd e da alcuni deputati di Ap, con la firma anche del capogruppo centrista Maurizio Lupi, piu' il deputato di Si-Sel Gianni Melilla.
La legge, che modifica l'articolo 3 della legge 20 febbraio 1958, n. 75 introducendo il reato di acquisto di servizi sessuali, e' stata presentata alla Camera il 9 giugno scorso ed e' stata assegnata alla commissione Giustizia. In caso di reiterazione, il fatto e' punito con la reclusione fino a un anno e con la multa da euro 2.500 a euro 10.000. La pena detentiva e pecuniaria puo' essere sostituita su richiesta del condannato con quella del lavoro di pubblica utilita'.
"Il contenuto e' molto semplice- spiega Bini- E' una proposta di un solo articolo ed e' una modifica alla legge Merlin che e' quella attualmente in vigore che punisce lo sfruttamento della prostituzione ma non la prostituzione in quanto tale. L'obiettivo e' colpire il cliente. E' il modello gia' adottato dai Paesi nordici. E' famoso perche' e' nato in Svezia e in altri Paesi del Nord Europa. Recentissimamente e' stato adottato in Francia, e anche Gran Bretagna e Irlanda stanno valutando di fare altrettanto". La deputata del Pd spiega che "c'e' una risoluzione approvata dal Parlamento europeo che invita tutti i Paesi membri ad andare in questa direzione perche' e' stato visto che riducendo la domanda c'e' una riduzione importantissima dell'offerta. Si parla addirittura di una drastica riduzione dell'80 per cento". "Si parte dal presupposto- conclude Bini- che la donna, che sia in strada o in casa, e' una vittima e che quindi non puo' pagare un prezzo. Invece il cliente, colui che usufruisce della prostituzione, deve essere punito. Tanta e' la prostituzione minorile, tanto e' lo sfruttamento, tanta e' la tratta di persone e crediamo che questa sia la proposta che piu' va nella direzione del riconoscimento della dignita' della persona e della dignita' della donna".
(Wel/ Dire)