(DIRE - Notiziario settimanale Minori) Roma, 1 lug. - L'infertilita' e' un problema nazionale che affligge almeno una coppia su cinque, ha dichiarato il ministero della Salute, che ha attivato un Piano nazionale di assistenza sanitaria per abbattere le barriere fisiche e culturali che ostacolano la ricerca di un figlio. Le cause sono numerose e di diversa natura e possono riguardare sia uomini che donne, oppure la coppia. Tra le donne, il motivo piu' frequente di mancato concepimento e' rappresentato dalla Sindrome dell'ovaio policistico (Pcos), una complessa patologia che colpisce fra il 5% e il 10% di queste in eta' riproduttiva. (Nei restanti casi, la sterilita' e' dovuta ad alterazioni tubariche, malattie infiammatorie pelviche, fibromi uterini ed endometriosi). Nuovi studi scientifici, presentati nei giorni scorsi a Firenze nell'ambito del World Pediatric and Adolescent Gynecology Congress (25-28 giugno), mettono in luce l'effetto positivo dell'inositolo nelle donne affette da Pcos e la sua capacita' di migliorare la qualita' ovocitaria nelle donne e quindi, la fertilita'. Protagonisti dell'incontro, i due pionieri degli approfonditi studi sulla molecola Vittorio Unfer, professore di Ostetricia e ginecologia all'Universita' Ipus Istituzione di Alta Formazione di Chiasso in Svizzera e John E. Nestler, professore di Medicina al dipartimento di Medicina interna, Virginia Commonwealth University. Il produttivo dibattito scientifico e la "corrispondenza epistolare" tra i due, pubblicata sulla rivista Gynecol Endocrinol, 2015 (impact factor: 1.33) ha portato ad un ulteriore traguardo verso la comprensione dei meccanismi della Pcos e dell'efficacia terapeutica degli inositoli.
Sindrome dell'ovaio policistico. La Pcos e' una sindrome caratterizzata da diverse alterazioni endocrinologiche e metaboliche, in particolare dall'aumento degli androgeni, gli ormoni maschili e si associa all'insulinoresistenza. Assenza o irregolarita' nel ciclo mestruale, ovaio micropolicistico, obesita', acne e irsutismo sono i segnali principali della Pcos, presenti gia' nelle adolescenti. Ad oggi, le cure per la Pcos sono diverse, utili a rimuovere solo uno o alcuni sintomi della patologia: dalla pillola anticoncezionale, se non si desidera una gravidanza ai numerosi farmaci insulinosensibili che normalizzano il ciclo mestruale, riducono gli androgeni e migliorano la funzione riproduttiva sia in senso di ripristino dell'ovulazione spontanea che di miglior risposta alle terapie di induzione dell'ovulazione. Nuove molecole sono state individuate che senza effetti collaterali, hanno risultati identici a quelli farmacologici per la cura della Pcos. A tal proposito, interessanti sono il Myo-inositolo (MI) e il D-Chiroinositolo (DCI), i due principali stereoisomeri dell'inositolo che svolgono la funzione di secondi messaggeri dell'insulina, anche se con funzioni diverse.
Il dibattito scientifico e la ricerca italiana. "Our respective points of view were not divergent", afferma Nestler al termine della conferenza, congratulandosi con Unfer per la teoria del "paradosso ovarico", intuizione che ha chiarito ulteriormente l'attivita' di MI e DCI nell'organismo. "A differenza di altri organi- ha dichiarato Vittorio Unfer- l'ovaio non diventa mai insulino-resistente e nei casi di iperinsulinemia viene aggredito da enormi quantita' di insulina. Questo eccesso di insulina determina, a livello ovarico, un'esaltazione dell'attivita' dell'epimerasi e una conversione di MI in DCI. Pertanto, le donne con Pcos sono caratterizzate da una carenza di MI e da un eccesso di DCI", continua l'Ufficio stampa del World Pediatric and Adolescent Gynecology Congress.
Il paradosso ovarico ha permesso di chiarire anche due caratteristiche della sindrome. Infatti, le donne con Pcos soffrono di una ridotta qualita' ovocitaria, prodotta da un ridotto apporto energetico (il MI regola l'uptake del glucosio) e di un'iperproduzione di androgeni (il DCI a livello ovarico e' responsabile della produzione di androgeni insulino mediata).
Adesso e' chiaro anche perche' gli studi pubblicati su New England Journal nel 1998 da Nestler, nei quali dimostrava l'efficacia del DCI per il trattamento della Pcos, non fossero confermati da successivi trial. In realta' l'ovaio policistico e' gia' ricchissimo di DCI, non necessita di questa molecola, al contrario l'impiego del MYO risulta utilissimo. Ma qual e' il dosaggio ottimale per ottenere questo effetto senza compromettere la funzionalita' ovarica? Dopo numerosi studi, Unfer e Nestler sono quindi concordi sull'uso del MI e DCI nel rapporto fisiologico 40:1 per il trattamento della Pcos.
Come e quando assumere l'inositolo. L'inositolo si trova in natura in alcuni alimenti, tra cui legumi, cereali, frutta. In particolare, la lecitina di soia ne e' ricca come anche il riso integrale, il grano saraceno, l'avena e l'orzo. Anche la carne, sia di bovino che di maiale contiene una certa quantita' di inositolo. I frutti con maggiore concentrazione di tale sostanza sono le arance e i pompelmi e le fragole, piselli e cavolfiore tra le verdure. E' consigliabile quindi, seguire una dieta equilibrata che preveda tali alimenti, abbinata ad attivita' fisica. In molti casi, alle donne che soffrono di Pcos, e' necessaria un'aggiunta con integratori a base di inositolo, che trovano in commercio, anche associati ad acido folico, altra sostanza molto utile in gravidanza.
Infertilita' e non solo. Oltre che in settori consolidati come la cura della Pcos e l'aiuto nei programmi di procreazione medicalmente assistita (Pma), l'inositolo e' sotto i riflettori per la sua capacita' terapeutica in gravidanza, in particolare nella profilassi dei difetti del tubo neurale resistenti all'acido folico e nella prevenzione dell'insorgenza del diabete gestazionale. L'inositolo si e' dimostrato utile per ridurre la comparsa e la progressione della sindrome metabolica e interessanti prospettive si stanno aprendo sull'utilita' dell'inositolo per l'infertilita' maschile, conclude l'Ufficio stampa del World Pediatric and Adolescent Gynecology Congress.
(Wel/ Dire)