(DIRE - Notiziario settimanale Minori) Roma, 1 lug. - "Bambini nella nebbia tra adozioni e case famiglia: e' il convegno che si e' svolto alla Camera in un momento particolarmente delicato in cui la revisione della legge sulle adozioni e' centrale nel dibattito politico. Sono in gioco i diritti di bambini che hanno alle spalle storie difficili di disagio e di sofferenza; storie di separazioni ad alta densita' conflittuale di cui i figli sono fin troppo spesso vittime innocenti; e' in gioco il ruolo dei servizi sociali a cui competono decisioni delicatissime per il futuro dei bambini e il loro rapporto con la famiglia. Ma sono in gioco anche interessi economici che interessano la gestione di una rete di servizi che influisce non poco sul bilancio dei comuni, offrendo prestazioni che oscillano tra livelli di qualita' molto diversi tra di loro".
Lo afferma l'onorevole Paola Binetti di Area popolare, che continua: "Parliamo spesso di centralita' dei bambini nel complesso campo della giustizia, del loro diritto ad essere ascoltati e ad essere presi in considerazione quando esprimono la volonta' di stare con l'uno o l'altro dei genitori, ma troppo spesso questa volonta' viene fraintesa, ignorata e a volte probabilmente anche manipolata. Non si spiegherebbero altrimenti quelle situazioni in cui bambini, a volte perfino ragazzi in eta' della pre-adolescenza, sono obbligati a trascorrere del tempo con genitori che rifiutano, e su cui grava il sospetto di possibili abusi. Ci si chiede per quali ragioni questi ragazzi siano forzati a mantenere relazioni che rifiutano; perche' i processi che li riguardano durino tempi interminabili, mentre la tempestivita' dalle indagini e la chiarezza delle conclusioni dovrebbe costituire parte della tutela a cui hanno diritto. Sono bambini nella nebbia perche' non siamo capaci di diradare questa nebbia con leggi piu' snelle e procedure piu' semplici, orientate al supremo interesse del minore a cui e' giusto appellarsi in ogni situazione. Questi bambini continuano a vivere nella nebbia, perche' hanno paura di venirne fuori. I bambini che vivono in case famiglia, che ben poco hanno di famiglia, in molte occasioni non si sentono ascoltati ne' presi in considerazione. Hanno paura di dire con semplicita' cio' che desiderano, perche' temono di non essere creduti dagli educatori, dagli assistenti, da quanti ruotano intorno a loro; preferiscono la nebbia di esigenze mai compiutamente espresse, perche' hanno fatto esperienza di sottili imposizioni che li obbligano ad affrontare situazioni che non rispondono ai loro desideri. Senza saperlo rinunciano ad esercitare un loro diritto che pure la legge ribadisce in ogni occasione possibile, ma non sempre qualcuno controlla che effettivamente siano ascoltati e che i loro desideri legittimi siano soddisfatti. La riforma del tribunale dei minori, il nuovo tribunale della famiglia, una rinnovata organizzazione dei servizi, nonche' una revisione della normativa che li riguarda dovrebbe essere ben piu' garante della prima e principale delle opzioni: quella del genitore con cui vogliono stare e quella del genitore che vogliono evitare: entrambe le scelte hanno radici molto profonde nella loro storia affettiva e merita il massimo rispetto possibile. Per questo ho presentato numerose interrogazioni, che non sempre hanno avuto risposta, e una proposta di legge che spero contribuisca a diradare la nebbia in cui si muovono questi ragazzi per troppo tempo nella loro infanzia", conclude Binetti.
(Wel/ Dire)