(DIRE - Notiziario settimanale Minori) Roma, 24 giu. - L'Italia e' ancora il fanalino di coda in fatto di asili nido e servizi all'infanzia. Secondo i dati della Cisl, diffusi a Roma nel corso del convegno 'Diritti civili, sociali e la contrattazione di genere', meno di un quinto dei bambini nel secondo anno di vita e meno di un decimo dei bambini nel primo anno di vita ha l'opportunita' di frequentare un nido d'infanzia. "Nel panorama Ocse- fa sapere la Confederazione italiana dei sindacati- l'Italia continua poi purtroppo a distinguersi per una bassa presenza di servizi ai bambini ed alla non autosufficienza e per un alto numero di 'caregivers' informali. Il monitoraggio straordinario Piano nidi (aggiornato a fine 2014) dimostra come il tasso di copertura della domanda potenziale dei nidi e servizi integrativi (senza quindi considerare la scuola dell'infanzia) e' in Italia solo del 21,8%". La crescita dei servizi che si e' avuta negli anni piu' recenti, quindi, non ha ancora raggiunto livelli soddisfacenti e si configura con caratteristiche molto differenziate sia geograficamente che in relazione all'eta' dei bambini.
"Nel Sud- spiega ancora la Cisl- la percentuale di copertura si attesta al 10,7%. Considerando anche gli anticipi alla scuola dell'infanzia, l'Italia nel complesso arriva a un tasso di copertura pari al 27%, mentre il sud al 19,9%. Un ruolo sussidiario e di supplenza e' svolto dalla 'contrattazione sociale', orientata a sviluppare il sistema dei servizi sociali e socioeducativi a favore della famiglia e dell'infanzia. Dai dati dell'Osservatorio sociale della Cisl, che annovera 4.671 accordi territoriali, il sistema dei servizi per la famiglia e per l'infanzia e' stato tra le principali voci che hanno impegnato le strutture territoriali del sindacato. Nell'ultimo triennio sono stati sottoscritti ben 1.175 accordi che hanno riguardato la famiglia e 356 accordi con beneficiario i 'minori', soprattutto riguardanti servizi sociali e socio educativi".
Le regioni nelle quali si e' maggiormente sviluppata la contrattazione per questa platea di beneficiari sono Lombardia, Piemonte, Campania, Marche ed Emilia-Romagna. Ma per la Cisl servono "piu' servizi a partire dal piano straordinatrio nidi- sottolinea- ma anche misure concrete che permettano alle donne di essere impiegate nel mercato del lavoro, senza dover scegliere tra occupazione e famiglia". Il sindacato di via Po ritiene quindi "fondamentale ed urgente l'emanazione del previsto decreto inter-istituzionale- spiega- che potrebbe consentire alla contrattazione collettiva di accedere al Fondo triennale 2016-2018 istituito con il decreto 80 del 2015 attuativo del Jobs act, che riguarda le misure per la conciliazione delle esigenze di cura, di vita e di lavoro il cui ammontare a 38,3 milioni di euro per l'anno 2016, circa 36,2 milioni di euro per l'anno 2017 e a 35,6 milioni di euro per l'anno 2018, aiuterebbe non poco le lavoratrici e i lavoratori del nostro Paese".
Anche per quanto riguarda la conciliazione dei tempi di vita e tempi di lavoro la situazione e' in forte evoluzione.
"L'osservatorio sulla contrattazione di secondo livello della Cisl (Ocsel), che ad oggi ha censito circa 5.000 accordi- aggiunge ancora Cisl- mostra come il 18% degli accordi complessivamente considerati regolamenti questa materia, disponendo agevolazioni orarie ed apertura alla concessione del part-time per lavoratrici madri, nonche' varie forme di flessibilita' oraria". Poco diffuso, in tutti gli accordi analizzati, il tema relativo alle pari opportunita': "Solo il 3% sul totale complessivi degli accordi stipulati dal 2013 al 2016". Tuttavia la percentuale di ricorrenza maggiore, nelle singole voci componenti l'area, e' quella riferita "alle azioni positive (38%) e alle altre disposizioni (42%), dove troviamo una serie di interventi da parte delle aziende: abbattimento di barriere architettoniche, istituzione di sportelli di consulenza per i lavoratori disabili, formazione e promozione in azienda di azioni positive, disponibilita' ad agevolare con forme di flessibilita' oraria le esigenze di cura dei lavoratori, monitoraggio sull'attuazione delle disposizioni di legge in materia di pari opportunita' in azienda, disponibilita' a valutare progetti finalizzati a conciliare il lavoro e la cura della famiglia".
Disposizioni riguardanti le norme antidiscriminatorie, nello specifico, sono presenti nella misura "del 17% degli accordi- aggiunge il sindacato- mentre le sanzioni contro le molestie e/o mobbing rappresentano il 5% degli accordi". Commenta la segretaria organizzativa della Cisl, Giovanna Ventura: "La Cisl intende promuovere ancora di piu' la contrattazione di genere territoriale ed aziendale per favorire la conciliazione tempi di vita e tempi di lavoro. Ci sara' un grande spazio per le donne sindacaliste e contrattualiste. Per questo, per il prossimo congresso, la Cisl ha gia' definito le regole per valorizzare molto di piu' la presenza femminile nei ruoli dirigenziali dell'organizzazione, visto che il 57,14% delle iscritte della Cisl ha un'eta' inferiore a 50 anni, un'eta' ottimale- conclude- per essere coinvolte fortemente nelle elezioni e negli incarichi di Rsu, Rsa e Sas".
(Wel/Dire)