(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 29 gen. - "Non si può guardare alla polifonia del bambino se non guardiamo alle nostre polifonie interne, altrimenti si corre il rischio che il piccolo corrisponda più al minore che ci siamo costruiti dentro che non a quello reale. In questo senso Jung è un anticipatore dei tempi, perché già nel volume 17 delle sue opere descriveva una comunicazione inconscia tra il genitore e il bambino, che diventerà un capo saldo di molte altre branche della Psicologia. Lui ci ha aperto all'aspetto della fantasia del bambino e del pensiero non indirizzato, come possibilità di conoscenza delle dinamiche profonde. Scriverà, inoltre, due articoli frutto di due conferenze sull'importanza del lavoro personale nella relazione con il bambino e su quanto l'operatore clinico non possa essere scevro dal confrontarsi con le proprie parti d'ombra se vorrà lavorare nell'ambito dell'infanzia". Lo spiega alla DIRE Rosa Ingrassia, psicologo psicoterapeuta e socio analista del Centro italiano di psicologia analitica (Cipa) - Istituto per l'Italia meridionale e per la Sicilia, che con l'Istituto di Ortofonologia (IdO) promuoverà il 16 aprile un seminario nel Liceo classico Giovanni XXIII di Marsala dal titolo 'Crescere a scuola, valutare le risorse per scoprire le potenzialità. Un percorso evolutivo'.
"È il secondo di tre incontri che nascono dalla volontà del Cipa meridionale e dell'IdO di puntare una luce più forte sull'infanzia. A Catania, lo scorso novembre, ci siamo focalizzati sull'intervento psicoterapico; a Marsala, invece, ci occuperemo della valutazione nella scuola. Infatti, accanto all'Ido e al Cipa, abbiamo coinvolto l'Istituto per la ricerca accademica sociale ed educativa (Irase), dedito della formazione ai docenti. Un modo per sottolineare la necessità di affiancare agli operatori del settore (psicologi, neuropsichiatri e assistenti sociali) le maestre e i professori, che accolgono i bambini prima e gli adolescenti poi, durante tutta la fase della loro crescita. E' importante formarli su modo migliore di guardare all'infanzia".
La valutazione sarà intesa in "un'ottica quantitativa, che tenga conto del dato che non può essere rimosso o rinnegato, e qualitativa- prosegue la psicoterapeuta- che consideri il perché quel bambino abbia quel disturbo, quale la sua origine e come affrontarlo al meglio. Speriamo, attraverso questi corsi, che il pensiero junghiano possa essere fonte di discussione, confronto, riflessione e dialettica. In un suo articolo su 'Individualità e adattamento'- ricorda Ingrassia- Jung affermò che l'individuazione non può mai essere tale se non trova un dialogo nel collettivo. Motivo in più per guardare alla diversità e alle differenze: il pensiero cresce solo se riesce a fare i conti con ciò che è diverso".
- COSA CONSENTE DI GUARDARE AL BAMBINO REALE? "Saperlo comprendere attraverso delle sintonie reciproche e saperlo anche guardare nella sua individualità. Ci deve essere un'operazione di avvicinamento/allontanamento che si può fare solo se si maneggia bene la materia psichica, quella individuale, quella della coppia analitica e quella gruppale. Il bimbo nella stanza di analisi entra con le moltepilici istanze che lo abitano,- precisa l'esponente del Cipa Meridionale- archetipiche ed esperenziali: la madre com'è dentro di lui e la madre reale. In questo assetto epistemologico c'è tutta la concezione del pensiero junghiano". - PERCHÉ, SECONDO LEI, JUNG È ANCORA ATTUALE? "Jung 50 anni fa disse: 'La psiche è corpo'. Ha quindi anticipato tutti gli studi recenti, quelli di Gallese, Damasio e delle neuroscienze, sulla mente che è frutto dell'esperienza sensoriale che il bambino fa attraverso il proprio corpo. Jung è stato premonitore di ciò che oggi le neuroscienze approvano attraverso una serie di esperimenti sulle onde celebrali". Un uomo "rivoluzionario", per Ingrassia, "ci invita a guardare a ciò che non c'è ma che comunque esiste in un'epoca in cui il senso di sé è sovrapposto a ciò che appare. Oggi facciamo sempre più spesso i conti con le violenze via web e con quanto l'identità passi solo con l'essere a tutti i costi".
- COME INCIDE JUNG SULLA VITA DI TUTTI I GIORNI? "Nascono sempre più negozi macrobiotici- replica la psicoterapeuta- sembra che l'Occidente abbia spostato su un piano più concretistico questo bisogno di trovare assonanze altre per un ritorno alla spiritualità, all'Oriente, che per Jung è insita in ogni relazione. Tutte le volte che passiamo dall'istinto a una trasformazione dell'istinto siamo davanti a un atto spirituale- aggiunge l'analista- tutte le volte che si verifica una trasformazione più evoluta dentro di noi siamo di fronte a un atto spirituale. Nella nostra società c'è tanto concretismo ma anche tanta ricerca di spiritualità, che si evince dal creare orti sopra le terrazze di Milano, al mangiare vegetariano o al fare yoga. Uno spostamento che comunque non nega una ricerca della spiritualità sempre in atto nell'essere umano- conclude Ingrassia- che Jung aveva già sentito e scritto fin dagli inizi della sua teorizzazione".
(Wel/ Dire)