(DIRE- Notiziario settimanale Minori) Bologna, 26 feb. - C'e' meno verdura fresca nei piatti serviti nelle mense scolastiche bolognesi da RiBo' (nuovo gestore della refezione sotto le Due torri). E la cosa allarma un po' i genitori. Difatti sono loro, tramite l'Osservatorio cittadino mense (che riunisce le famiglie in prima linea sull'alimentazione a scuola), a segnalare su Facebook che "analizzando i dati contenuti nei report mensili pubblicati da RiBo' sul portale, sembra emergere, in modo preoccupante, che solo la meta' delle verdure servite ai bambini nelle scuole sono fresche, mentre, per il restante, si tratta di quarta gamma o surgelato".
Ci si chiede quindi se il Comune stia monitorando e controllando e soprattutto se e quando "riterra' opportuno intervenire. A fine anno scolastico?". L'Osservatorio mense lo evidenzia ricordando che nel capitolato d'appalto per la refezione scolastica sta scritto che "devono essere privilegiati prodotti ortofrutticoli freschi e di stagione, fermo restando che per garantire la varieta' dei menu, soprattutto nelle stagioni in cui vi e' minore disponibilita' di prodotti freschi, possono essere utilizzati anche prodotti surgelati il cui utilizzo deve essere contenuto, comunque non superiore, nel caso delle verdure, al 20% del totale delle verdure utilizzate in un anno, percentuale che dovra' progressivamente ridursi con l'entrata in funzione dei nuovi centri pasto". Inoltre, al 'capitolo' su verifiche di conformita', inadempimenti e penali "e' previsto che 'per utilizzo annuale di verdure surgelate superiore al 20% sara' applicata una penale da un minimo di euro 5.000 euro ad un massimo di 10.000 euro'".
Ricordati gli impegni fissati nel capitolato per la refezione scolastica, l'Osservatorio auspica che l'ufficio controllo qualita' del Comune "intervenga al piu' presto"; peraltro "da meta' gennaio, questi dati non sono piu' facilmente accessibili a tutti" sul sito di Ribo' ma sono una una area per cui servono credenziali come per i dei dati coperti da privacy. "Riteniamo questa scelta non giustificabile e in evidente contraddizione con i principi di trasparenza delle informazioni, piu' volte richiesti e condivisi con i genitori in tutti i tavoli di confronto", conclude l'Osservatorio.
(Wel/ Dire)