(DIRE- Notiziario settimanale Minori) Roma, 12 feb. - "Entrano 'delinquentelli' ed escono criminali", i giovani che vengono sottoposti a pene detentive anche per i loro primi reati. La pensa cosi' Federico Bianchi di Castelbianco, psicoterapeuta dell'eta' evolutiva, commentando le recenti dichiarazioni del ministro dell'Interno Angelino Alfano a favore di un inasprimento delle pene per i sedicenni.
"Il problema e' che il carcere dovrebbe essere riabilitativo, e non lo e' per gli adulti, figuriamoci per i minori- rimarca lo psicoterapeuta- pensando ai giovani, dobbiamo dividere i comportamenti asociali da quelli criminali: il bullismo non rientra nell'ambito della criminalita', ma in quello dei comportamenti asociali gravi, e l'unica possibilita' che abbiamo per recuperare questi adolescenti e' aiutarli a prendere coscienza di quanto i loro gesti pesino sulla loro situazione. Se manderemo questi giovani in galera, oltre al senso di disperazione, finiranno per sperimentare una ribellione ancora piu' dura- avverte lo psicoterapeuta- e si scontreranno ancora piu' pesantemente con la societa'. Bisogna, al contrario, inviarli ai servizi sociali, costringendoli a spendere tutti i fine settimana e le loro festivita' al fianco di anziani, malati e animali".
E vero, sottolinea poi Castelbianco, che "si sentiranno ridicoli, ma proprio da questa umiliazione impareranno il peso dei loro gesti. Non si tratta di una punizione, vogliamo renderli cittadini partecipi della realta'. Per questo, dovranno continuare a frequentare la scuola, quale primaria attivita' educativa". Castelbianco conclude: "Servizi sociali e scuola rappresentano, in questo senso, un filtro che potra' salvare tanti giovani da comportamenti devianti. Infine, anche uno dei due genitori dovra' accompagnare suo figlio nell'attivita' rieducativa, perche' spesso questi ragazzi sono soli. Coinvolgere il padre o la madre nel processo di recupero all'interno dei servizi sociali aiuterebbe a responsabilizzare maggiormente anche i genitori".
(Wel/ Dire)