Per contrastare la poverta' educativa e promuovere sani stili di vita
(DIRE - Notiziario settimanale Minori) Roma, 9 dic. - E' stato inaugurato a Marghera, in provincia di Venezia, il nuovo "Punto Luce" di Save the Children, l'Organizzazione internazionale dedicata dal 1919 a salvare la vita dei bambini in pericolo e a tutelare i loro diritti.
Il nuovo polo educativo, uno spazio di 160 metri quadrati realizzato da Save the Children in collaborazione con il Comune di Venezia all'interno dell'ex Scuola Dario e Federica Stefani, nasce in uno dei quartieri a maggior rischio di fragilita' ed esclusione sociale della citta'. Il Punto Luce, finanziato da Save the Children, nell'ambito della campagna nazionale per il contrasto della poverta' educativa "Illuminiamo il Futuro" lanciata a maggio 2014, e' gestito dall'Organizzazione stessa in collaborazione con Itaca Cooperativa Sociale Onlus, che dal 1992 opera nei campi dell'impegno sociale, sanitario ed educativo. Il nuovo Punto Luce di Venezia Marghera, il primo nel nordest del Paese, arricchisce una rete di 18 centri che Save the Children ha gia' realizzato a partire dal 2014 in 11, ora 12, regioni italiane da nord a sud, ed e' un luogo dove bambini e ragazzi dai sei ai 16 anni possono usufruire gratuitamente del servizio di accompagnamento scolastico e di invito alla lettura, laboratori musicali, teatrali, di danza e di educazione alle nuove tecnologie per un uso consapevole di strumenti come il web e i social network, partecipare ad attivita' motorie e sportive e di promozione di stili di vita sani e sostenibili.
Allo stesso tempo i bambini e i ragazzi che si trovino in particolari condizioni di privazione potranno essere supportati anche attraverso le doti educative, ossia, piani educativi individuali costruiti sulla base dei loro bisogni. Come avviene gia' in altre citta' italiane, anche a Venezia Marghera il Punto Luce vuole essere un centro ad alta densita' educativa all'interno di un quartiere complesso dal punto di vista sociale dove i bambini e i ragazzi possano rafforzare le proprie competenze e conoscenze ma anche scoprire le proprie inclinazioni e il proprio potenziale, in luogo sicuro e protetto sotto la guida di educatori e personale specializzato Il progetto e' quello di un presidio sociale riconosciuto sul territorio che catalizzi e metta in rete le diverse risorse educative, formali e informali, per contribuire alla costruzione di una "comunita' educante" in grado di accompagnare i bambini e gli adolescenti nella loro crescita e nella costruzione del loro futuro.
I Punti Luce, e la campagna Illuminiamo il Futuro di Save the Children, nascono con l'intento di contrastare la poverta' educativa in Italia, in particolare dove risulta maggiormente carente l'offerta di servizi e opportunita' educative e formative che consentano ai minori di apprendere, sperimentare, sviluppare e far fiorire liberamente capacita', talenti e aspirazioni. Da questo punto di vista, il Veneto e' una regione con picchi virtuosi in alcuni ambiti, a cui fanno da contraltare alcune importanti carenze e criticita', e si colloca in una posizione intermedia (sesto posto) nella classifica sulla poverta' educativa in Italia stilata da Save the Children e basata sull'Indice di Poverta' Educativa (Ipe), a pari merito con Piemonte, Toscana, Marche, Umbria, Sardegna e Basilicata.
"La collocazione del Punto Luce a Venezia Marghera rispecchia il desiderio di essere presenti anche in una regione per tanti versi avanzata, come il Veneto, comunque colpita dalla crisi economica, dove molti bambini e adolescenti hanno bisogno di opportunita' educative e formative", ha dichiarato Raffaela Milano, direttore Programmi Italia-Europa di Save the Children. "Se il Veneto nel suo insieme, ad esempio, ha un primato positivo in Italia sulla dispersione scolastica, l'area di Marghera presenta, con Mestre, tassi piu' elevati di dispersione, e una forte connessione di questo disagio con le difficili condizioni economiche e sociali delle famiglie".
Anche se la dispersione scolastica in Veneto e' gia' scesa virtuosamente sotto soglia massima del 10% fissata dall'Unione Europea per il 2020, la regione mostra alcune preoccupanti lacune nelle opportunita' educative che possono avere un impatto ancor piu' negativo nelle aree a maggior rischio, come la copertura dell'offerta di servizi pubblici all'infanzia che in media nella regione si limita al 10%. Anche la carenza del tempo pieno nelle scuole venete segna livelli allarmanti: il tempo pieno e' assente nel 74% delle primarie e ben nell'87% delle secondarie di primo grado, livelli piu' alti della media italiana che e' rispettivamente del 68% e dell'80%. E il 70% degli studenti frequenta scuole dotate di infrastrutture inadeguate a garantire l'approfondimento (il dato nazionale e' del 59%).
Ma proprio dove le famiglie sono in maggiore difficolta', non e' solo il ridotto accesso all'istruzione o la sua scarsa qualita' ad incidere sulla poverta' educativa. Oltre al percorso scolastico, infatti, uno degli elementi fondamentali per contrastare la poverta' educativa, e' determinato dal contesto educativo: la partecipazione ad attivita' extracurriculari come andare a teatro, concerti, musei, siti archeologici o monumenti, o svolgere attivita' sportive, leggere libri o utilizzare internet, sono fondamentali indicatori dell'opportunita' o della privazione educativa. In Veneto, ben il 57% dei bambini non ha svolto nell'ultimo anno quattro o piu' attivita' tra queste sette attivita', considerate importanti, e sono proprio questo tipo di risorse che risultano assenti o diventano immediatamente inaccessibili laddove condizioni di poverta' assoluta o relativa hanno un maggiore impatto.
Come in un circolo vizioso, infatti, i bambini e gli adolescenti che nascono in zone dove maggiore e' l'incidenza della poverta' economica e che offrono poche opportunita' di apprendimento a scuola e sul territorio, una volta diventati giovani adulti rischiano di essere esclusi, perpetuando questa condizione per le generazioni successive. A questo proposito, gli indicatori segnalano anche una connessione molto forte tra poverta' educativa e i cosiddetti Neet (Not in Education, Employment or Training), ovvero quei ragazzi tra i 15 e i 29 anni che non lavorano e non frequentano percorsi di istruzione e formazione.
(Wel/ Dire)