(DIRE - Notiziario settimanale Minori) Roma, 29 apr. - Sono 12.000 (600.000 in tutta Italia) i bambini e i ragazzi di Chernobyl e dintorni ospitati in questi anni in Emilia-Romagna. Una stima sicuramente da arrotondare al rialzo, visto che appena sette della trentina di associazioni che hanno dato vita agli scambi con le zone colpite dopo la tragedia nucleare del 1986 si sono mosse con la "regia" della Regione. Quelle associazioni sono state ringraziate pubblicamente dalla vicepresidente dell'Emilia-Romagna, Elisabetta Gualmini, in occasione di un seminario tenuto in viale Aldo Moro per fare il punto di quella esperienza a trent'anni dall'incidente al reattore 4 della centrale nucleare di Chernobyl. "Fateci da 'sveglia' perche' ce la mettiamo tutta, ma non sempre arriviamo dove vorremmo arrivare" ha detto dal palco Gualmini.
Quella che sconvolse l'Europa trent'anni fa "e' stata una tragedia globale, forse il primo caso di globalizzazione del danno, un danno planetario", ha sottolineato ancora la vicepresidente della Regione con delega al Welfare. Una tragedia le cui conseguenze a lungo termine devono ancora essere valutate, come e' stato ribadito nel corso dell'appuntamento organizzato oggi dall'assemblea legislativa. "Purtroppo il disastro produrra' ancora effetti devastanti, quindi e' fondamentale garantire questa rete di aiuti anche per il futuro", evidenzia la consigliera regionale Barbara Lori. Tra l'altro "sono tante le famiglie per la crisi stanno tornando ad abitare nelle loro case, in una zona altamente contaminata".
(Wel/ Dire)