(DIRE - Notiziario settimanale Minori) Roma, 29 apr. - La Shaken Baby Syndrome, ovvero "sindrome del bambino scosso", indica quelle forme di abuso legate a violento scuotimento del bambino con conseguente trauma sull'encefalo e successive sequele neurologiche. Oggi si preferisce adottare anche la piu' moderna definizione di Abusive Head Trauma (Aht), suggerita dall'American Academy of Pediatrics nel 2009, per sottolineare come non solo lo scuotimento, ma anche un impatto traumatico, o la combinazione di entrambi i meccanismi, possano essere alla base di tale patologia. Lo spiega la Sin, Societa' italiana di neontalogia, aggiungendo che la sindrome del bambino scosso rappresenta una forma di maltrattamento che puo' avere conseguenze drammatiche e la cui reale incidenza puo' essere davvero difficile da stabilire, non solo per la complessita' della diagnosi, ma anche perche' molte vittime non giungono all'attenzione dei medici.
Fattori "di rischio" che aumentano la probabilita' di Aht sono: famiglia mono-genitoriale, eta' materna inferiore ai 18 anni, basso livello di istruzione della madre, uso di alcool o sostanze stupefacenti, disoccupazione, episodi di violenza, da parte del partner o comunque in ambito familiare, e disagio sociale. Anche condizioni socioeconomiche scadenti comportano un rischio maggiore di violenza, a volte anche "inconsapevole" da parte di genitori esasperati, al solo scopo di consolare il pianto ininterrotto del neonato.
A tal proposito bisogna ricordare che piangere e' l'unico strumento che il neonato ha per comunicare: puo' avere fame, sonno, caldo, freddo, il bisogno di essere cambiato o semplicemente di coccole e di un contatto fisico per essere rassicurato. Qualunque sia il motivo, non bisogna mai scuoterlo per calmarlo. Anche se puo' sembrare un gesto banale, i danni sul bambino possono essere gravissimi, come nei casi di ematoma subdurale (conseguente al trauma cranico), edema cerebrale ed emorragia retinica. Queste problematiche sono tutte da attribuire allo "scuotimento" del bambino, che nei casi piu' gravi possono portare addirittura alla morte. È molto difficile dire quanto violento o quanto protratto debba essere lo scuotimento per causare danno. Dalle "confessioni" dei responsabili, si evince che di solito il bambino viene afferrato a livello del torace o delle braccia e scosso energicamente circa tre-quattro volte al secondo da quattro a 20 secondi. L'impatto con una superficie rigida non e' necessario e questo giustifica la possibile assenza di segni esterni evidenti. Si tratta in genere di bambini tra i quattro e i sei mesi, non solo perche' essi necessitano di cure costanti che possono esasperare genitori fragili, ma anche perche' il loro capo e' pesante rispetto al corpo e i muscoli del collo ancora non sono in grado di sostenerlo adeguatamente. Le conseguenze cliniche immediate sono vomito, inappetenza, difficolta' di suzione o deglutizione, irritabilita' e, nei casi piu' gravi, convulsioni e alterazioni della coscienza, fino all'arresto cardiorespiratorio. A lungo termine i bambini possono presentare difficolta' di apprendimento, cecita', disturbi dell'udito o della parola, epilessia, disabilita' fisica o cognitiva.
(Wel/ Dire)