(DIRE - Notiziario settimanale Minori) Roma, 15 apr. - "Il ddl sugli educatori, siano essi quelli socio-pedagogici che quelli socio-sanitari sta diventando uno di quei banchi di prova in cui si misurano il rispetto per la realta' dei fatti e la capacita' di mediazione della politica. Il dibattito approdato in XII commissione alla Camera ne ha rivelato il flop assoluto. In buona sostanza: il ddl letto dalla parte degli educatori socio-pedagogici dilata le loro competenze a dismisura, senza peraltro mettere mano agli obiettivi specifici della loro formazione. Potranno occuparsi di bambini dall'anno zero fino agli anziani fragili, quelli per intenderci ospitati nelle Rsa o affetti da patologie degenerative, senza limiti di nessun tipo e genere". Lo afferma la deputata di Area popolare (Ncd-Udc) Paola Binetti.
"Potranno lavorare nelle scuole, nelle strade, nei centri per immigrati e nelle carceri, nei centri sportivi e nelle biblioteche; potranno occuparsi di beni culturali e di crisi della famiglia: tutto ma proprio tutto, niente escluso diventa di loro competenza, senza toccare affatto il loro curriculum accademico", continua. "La figura dell'educatore professionale socio-sanitario viene trattata nella nuova proposta di legge negandone la specificita' delle competenze, la maggiore durezza dell'itinerario accademico con le sue 1.500 ore di tirocinio ad hoc, minimizzando il carattere abilitante, previsto dalla legge a tutela di quel bene straordinario che e' la salute dell'uomo.
Sorprendente come si possa credere che un profilo professionale di tipo generalista come quello socio-pedagogico possa coprire tutti gli spazi possibili, ignorando come in Italia i titoli di studio abbiano ancora un valore legale in funzione della relazione che lega obiettivi e profili professionali. Dal Pd una proposta di appiattimento assoluto, che di fatto cancella un iter formativo prestigioso negando la sua specificita', per dilatare ulteriormente gli spazi di una potenziale professionalita' non sostenuta da nessuna formazione adeguata a coprire gli obiettivi previsti. Una scelta arrogante, come quelle che in questo periodo piace molto assumere al Pd in forza dei suoi numeri, ma in contrasto con l'evidenza dei fatti", conclude Binetti.
(Wel/ Dire)