(DIRE - Notiziario settimanale Minori) Roma, 8 apr. - Quella dell'olio di palma "e' una storia decisamente bizzarra". Lo dice Vito Leonardo Miniello, docente di Nutrizione pediatrica all'Universita' di Bari e vicepresidente nazionale della Societa' italiana di pediatria preventiva e sociale (Sipps). "Benche' portati sul banco degli imputati di recente, questi grassi sono stati per decenni sdoganati nelle etichette nutrizionali dei prodotti alimentari piu' disparati con la dicitura 'oli vegetali', complice una lacuna normativa Comunitaria". Una vasta letteratura scientifica ha messo in evidenza l'associazione tra eccessiva assunzione di grassi saturi e aumento del rischio di sviluppare patologie quali obesita', diabete non insulino-dipendente e malattie cardiovascolari. E' quindi "opportuno precisare che l'assunzione eccessiva di grassi saturi comporta ricadute metaboliche a prescindere dalla loro origine (vegetale come l'olio di palma o animale come burro e derivati del latte). Entrambi, difatti, incrementano i livelli di colesterolo e i relativi rischi per la salute". L'olio di palma, pero', "non deve essere demonizzato, ma considerato al pari di un ingrediente alimentare quale il burro. Tali grassi incriminati andrebbero assunti con ragionevolezza", spiega Miniello. Intanto, l'uso di oli tropicali anche nella composizione dei latti artificiali ha creato legittime perplessita' tra le mamme che non possono allattare il proprio bebe'. "E' doveroso considerare- sottolinea il professore- che nel latte materno il 40% dei grassi totali e' costituito da grassi saturi e tra questi il 50% e' rappresentato da acido palmitico, particolarmente presente nell'oleina di palma". Quando manca il latte materno e' necessario ricorrere ai latti formulati, "unica alternativa nutrizionalmente adeguata nel corso del primo anno di vita", anche se "questi alimenti rimangono funzionalmente ancora distanti dal modello ideale rappresentato dal latte materno". Per i latti formulati, dunque, vengono utilizzati oli tropicali per assicurare una fondamentale quota calorica che solo gli acidi grassi garantiscono. Intanto, il Wwf e altre organizzazioni non governative internazionali hanno denunciato il devastante impatto della deforestazione a favore coltivazione della palma oleaginosa. Il cosiddetto olio di palma sostenibile viene prodotto senza convertire foreste sottoposte a incendi volontari nel rispetto degli ecosistemi ad alto valore di conservazione, conclude Miniello. Detto questo, le mamme devono stare tranquille? "Certo. A fronte delle modeste quantita' di olio di palma utilizzate nei latti artificiali per mutuare un adeguato apporto energetico, l'imputazione a carico degli oli tropicali andrebbe piuttosto indirizzata sul loro uso e abuso in epoche successive della vita, quando imperversano 'consigli per gli acquisti' su merendine farcite e patatine dorate, quando l'acquisto di uno snack non viene indotto dalla composizione espressa sul prodotto, ma condizionato dal gadget di turno. La moderazione rappresenta l'alternativa razionale a una dieta di negazione e alla demonizzazione di componenti alimentari naturali quali i grassi", e' la conclusione.
(Wel/ Dire)