(DIRE - Notiziario settimanale Minori) Roma, 1 apr. - Presentati al Miur i dati del monitoraggio relativo agli Istituti tecnici superiori e la graduatoria per l'accesso ai fondi premiali per i percorsi di studio che hanno raggiunto risultati di eccellenza in relazione al numero di diplomati e al loro esito nel mondo del lavoro. Dei 67 percorsi valutati - che fanno capo a 48 Its - 28 sono quelli premiati con un bonus. Una novita', questa, introdotta dalla legge 'Buona Scuola'.
"Non siamo piu' disposti a finanziare l'intero sistema- ha sottolineato all'agenzia Dire il sottosegretario all'Istruzione, Gabriele Toccafondi- Il 30% delle risorse, una novita' di quest'anno, penso una rivoluzione, viene dato non piu' a pioggia ma su quota premiale. Il monitoraggio Indire ci serve proprio per dire quale sono gli Its premiati e quali sono quelli non premiati. Anche questa e' una piccola grande rivoluzione".
"Vogliamo- spiega ancora Toccafondi- finanziare gli Its che funzionano". I dati del monitoraggio riguardano i 67 percorsi conclusi da almeno un anno al dicembre 2015 e portati a termine nel corso del triennio 2011-2014. Tra le 28 eccellenze segnalate e premiate, sette sono in Veneto (due delle quali appartengono all'Its sulla meccatronica di Vicenza); tre i percorsi individuati rispettivamente in Lombardia, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia; due quelli del Friuli.
"Certo- spiega ancora il sottosegretario- che molti di questi percorsi sono al Nord ma i dati dimostrano che ci sono belle realta' anche in Sardegna, Puglia, Lazio, Campania, in Abruzzo. Anzi, il migliore e' in Umbria, a Perugia". E' chiaro "che il sistema produttivo trainante del nostro Paese e' nel Nord e soprattutto nel nordest, e quindi una certa percentuale di Its che funzionano sta nel Nord e nel nordest". Ma "e' altrettanto vero che, a macchia di leopardo, le 28 realta' premiali non sono tutte concentrate in una sola zona del Paese", prosegue Toccafondi.
Un bel segnale questo per il sottosegretario secondo cui gli Its possono funzionare dal Nord al Sud se, scuole e aziende, collaborano in favore dei ragazzi e per rispondere ad una domanda di occupazione e di una certa occupazione professionalizzante che, dice, "attualmente, non c'e'".
Dei 1684 studenti iscritti ai 67 corsi monitorati, si legge nel rapporto Indire, 1.235 sono i diplomati. Di questi l'81,1% ha un'occupazione. Il 90,2% degli occupati ha trovato un lavoro coerente con il titolo di studio conseguito. Dei 1.002 occupati 469 (il 46,8%) lo sono a tempo indeterminato, 533 a tempo determinato. Rispetto allo scorso anno aumenta la percentuale degli occupati a 12 mesi (dal 78% del 2015, all'81% del 2016); anche quelli coerenti con l'area tecnologica sono in crescita: dall'86,4% al 90,2. Il 76,8% degli studenti e' di genere maschile con una percentuale di abbandono del 22,9%. Il 96% degli ammessi e' diplomato e il 4% e' laureato.
Ma non e' tutto oro quel che luccica come spiega alla Dire Giovanni Biondi, presidente dell'Indire. "Questo e' il canale formativo con maggior successo di occupazione. È, da questo punto di vista un'esperienza di successo. Ci sono pero' delle criticita' che derivano dal fatto che ci sono troppe Fondazioni e pochi corsi, quindi e' un sistema, diciamo cosi', che produce poco e quindi ha un costo pro capite ancora piuttosto alto.
Bisogna spingere le Fondazioni a fare piu' di un corso, a muoversi in modo interregionale e non soltanto regionale. Ci sono poi dei settori che vanno analizzati meglio, come ad esempio quello del turismo. Questo e', forse, quello che ha l'occupabilita' piu' bassa. Gli interrogativi che emergono sono che forse, in quel settore, non c'e' bisogno di un tecnico superiore e che le competenze che i ragazzi hanno dagli istituti tecnici sono sufficienti per andare a lavorare in un'azienda turistica. Ci vuole, insomma, un po' di manutenzione dell'intero sistema".
(Wel/ Dire)