(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 16 ott. - Un diritto penale che deve superare le difficili barriere attuali per una maggiore tutela delle nuove realtà familiari, partendo comunque dalle solide basi del sistema legislativo di oggi con l'obiettivo di costruire un'efficace tutela del minore nelle relazioni familiari. Questa è una delle tematiche principali affrontate al congresso nazionale della Camera nazionale avvocati per la famiglia e i minorenni (Cammino), a Brescia fino al 17 ottobre.
"Risulta psicologicamente difficile coniugare il diritto penale con la tutela dei minorenni e delle persone nelle relazioni familiari, ma l'esperienza ci mostra sempre più spesso come la famiglia, piuttosto che essere 'quell'isola che il mare del diritto può solo lambire' corra il rischio di trasformarsi in un 'locus commissi delicti'", afferma Anna Di Loreto, vicepresidente di Cammino e responsabile del settore penale. Il Codice Rocco, prosegue, che con "rara lungimiranza non contiene una definizione formale di famiglia, è stato in grado di estendere, talvolta con interpretazioni al limite del divieto dell'analogia in malam partem, la tutela originariamente prevista anche alle 'nuove famiglie' mostrando una grande capacità di adattamento ai vari interventi normativi". Per Di Loreto, ora "i tempi sono maturi per una rilettura unitaria del diritto penale della famiglia in grado di superare la frammentarietà tipica del diritto penale per individuare i beni meritevoli di protezione e le condotte penalmente rilevanti".
L'evoluzione della nozione di famiglia, analizza, ha condotto negli ultimi anni a numerose riforme, attuate prevalentemente con la legislazione complementare del diritto penale, "che hanno profondamente inciso sulla struttura originaria del nostro codice, determinando un quadro normativo quanto mai disorganico e caratterizzato anche da gravi problemi interpretativi". A distanza di quaranta anni dall'entrata in vigore del diritto di famiglia, dunque, per la vicepresidente di Cammino è "auspicabile un intervento legislativo per offrire una tutela adeguata e più aderente alle nuove realtà familiari nel solco di un nuovo sistema sanzionatorio penale".
Cammino è preoccupato per la paventata scissione del penale minorile dagli interventi civili sulla genitorialità come disegnato dal ddl 2953 Atti Camera sulla giustizia civile attualmente all'esame della Camera, prosegue il ragionamento Di Loreto. "Se un minorenne devia, è evidente che la famiglia debba essere coinvolta nel percorso di recupero, se non altro con un sostegno sul piano educativo". Talvolta la famiglia è disfunzionale allo sviluppo del cittadino minorenne, e anche in questo caso sono necessari i provvedimenti sulla genitorialità. Altro fatto che preoccupa, poi, "è il silenzio legislativo sulla lacuna di una specifica normativa penitenziaria minorile", conclude la vicepresidente di Cammino.
(Wel/ Dire)