(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 16 ott. - 'L'Aquilone, il suo filo e il vento': è lo slogan del XXVII congresso nazionale della Società italiana di Pediatria preventiva e sociale (Sipps), in corso a Stresa, all'Hotel Regina Palace, fino a domenica. Nella città che si affaccia sul lago Maggiore si sono dati appuntamento più di 150 relatori, tra pediatri ed esperti nel campo dello sviluppo psicofisico dei bambini e della diagnosi e terapia delle malattie infantili. Una quattro giorni di riflessioni, incontri e dibattiti che vedrà confrontarsi oltre 700 medici provenienti da tutta Italia.
I lavori sono stati aperti dai 'Per...corsi', approfondimenti su specifiche tematiche: 'Quando comunicare è prevenire', una riflessione sull'importanza dell'alleanza tra famiglia e medico e sulla condivisione delle informazioni; 'Rischi e trappole', sessione durante la quale si è fatto il punto su internet, droghe, sport e farmaci off label, una sessione dedicata soprattutto ai pazienti già adolescenti. Infine, un mini percorso sulle emergenze pediatriche dal titolo 'Per trovarci preparati', in cui si è discusso di basi teoriche della rianimazione cardio-polmonare, ostruzione delle vie aeree da corpo estraneo, crisi convulsiva e respiratoria e trauma cranico.
'L'aquilone pronto a librarsi in aria- dice Giuseppe Di Mauro, presidente del congresso insieme a Gianni Bona- esprime efficacemente il nostro desiderio di dare a ogni bambino un saldo appiglio alla terra durante il suo volo verso l'età adulta: ogni giorno cerchiamo di essere, insieme alle famiglie, il filo che li guida nel loro percorso di crescita. Siamo noi la mano salda chiamata a reggere il filo sottile ma resistente al tempo stesso: chi regge il filo può aiutare i meno fortunati, è in grado di proteggere i bambini dalla violenza nel mondo ed i piccoli che non possono contare sull'appoggio della famiglia'. Chi regge il filo 'sa come evidenziare i problemi sanitari e sociali dei bimbi immigrati e si preoccupa di favorire il loro benessere psicofisico'. Chi 'regge il filo- aggiunge Bona, che è anche direttore della Clinica pediatrica dell'Università del Piemonte orientale nell'azienda ospedaliero-universitaria Maggiore della carità di Novara- aiuta i genitori nell'accettare un bambino diverso e può dare un sostegno a madri e padri in vari momenti di crisi: difficoltà di alimentazione, difficoltà nell'educazione, gestione dei disturbi del sonno, del comportamento, dell'angoscia di separazione'. E avvisa: Non basta reggere il filo: 'Occorre volerlo fare, averne le motivazioni, occorre il vento, cioè la creatività e l'energia per farlo nel migliore dei modi'.
La giornata inaugurale è terminata con due letture magistrali tenute professori di rilevanza internazionale: Giuseppe Saggese ha spiegato il nuovo percorso di formazione del pediatra. Il presidente della Conferenza permanente dei direttori delle scuole di specializzazione di Pediatria si è soffermato infatti sul decreto di riordino delle Scuole di specializzazione, firmato il 4 febbraio 2015 dal ministro dell'Università, Istruzione e Ricerca e dal ministro della Salute. Il decreto contiene importanti novità per la pediatria poiché riordina, a dieci anni di distanza dal precedente, il percorso formativo delle scuole di specializzazione e contiene due risultati: aver mantenuto la durata del corso in cinque anni e aver previsto il percorso formativo organizzato secondo il modello europeo dell'European board of Pediatrics (Ebp). La pediatria, dunque, deve essere considerata alla stregua della 'medicina interna' del bambino, comprendente sia la pediatria generale delle cure primarie e secondarie sia i settori specialistici della pediatria. La scuola di specializzazione in Pediatria si pone infatti l'obiettivo di formare un pediatra 'a tutto tondo', ossia uno specialista in grado di iniziare a svolgere la propria professione in qualsiasi ambito di lavoro si trovi ad operare. Non bisogna poi dimenticare le (sub) specialità pediatriche, la parte più qualificante dello sviluppo scientifico-culturale della pediatria negli ultimi trent'anni. Questo sviluppo ha avuto importanti ricadute sulla qualità delle cure fornite dai pediatri nei vari settori specialistici della pediatria (neonatologia, emato-oncologia pediatrica, endocrinologia pediatrica, gastroenterologia pediatrica, pneumologia pediatrica, per esempio), evitando il ricorso a specialisti d'organo dell'adulto e rafforzando allo stesso tempo il concetto di area pediatrica. Infine, parlando della pediatria di famiglia, per la prima volta il decreto definisce un percorso formativo organico per cure primarie all'interno della scuola di specializzazione in Pediatria.
La seconda lettura magistrale, a cura di Marcello Giovannini, professore emerito di Pediatria dell'università degli studi di Milano ha presentato il lavoro del docente sul Programming e re-programming del gusto. Alcune malattie come obesità, il diabete e l'ipertensione, sono dovute principalmente a scelte alimentari errate che si basano sulle esperienze gustative vissute già nelle prime epoche di vita. Nel corso degli ultimi decenni sono state acquisite importanti conoscenze sullo sviluppo del gusto nel bambino. E' noto che pochi giorni dopo la nascita, i neonati sono capaci di percepire soluzioni dolci. La preferenza per il gusto dolce rimane accentuata per tutta l'infanzia e inizia a ridursi nella tarda adolescenza. Diversamente da quanto è stato osservato per il gusto dolce, alla nascita sono state rilevate risposte di repulsione per il gusto amaro (smorfie e protrusione della lingua) e per l'aspro (contrazione delle labbra e strizzata di occhi). L'abilità di percepire e di rispondere al gusto salato, invece, non si manifesta prima dei due-sei mesi di vita. Queste preferenze sembrano determinate, in parte, dalla genetica. Studi comportamentali suggeriscono che sin dall'ultimo trimestre di gravidanza i recettori del gusto e dell'olfatto sono funzionanti e capaci di percepire i continui cambiamenti di sapore del liquido amniotico. Sin prima della nascita il feto è esposto ad un'ampia varietà di sapori, che riflettono le abitudini alimentari della mamma e, se il bambino sarà allattato al seno, il neonato ritroverà tali sapori anche nel latte materno. Attraverso queste prime esperienze sensoriali il bambino quindi impara a conoscere i cibi della cultura della propria famiglia. Il che, al momento del divezzamento, aumenta il gradimento e la preferenza di alimenti con sapori simili. Al contrario, il neonato alimentato con formula è esposto ad un gusto monotono e potrebbe gradire meno gli alimenti che si allontanano dal sapore della formula. Con l'introduzione di alimenti complementari, il bambino continua ad imparare dalle diverse esperienze sensoriali. I piccoli continuamente esposti ad una grande varietà di alimenti 'sani' imparano ad apprezzarli e mostrano una maggiore predisposizione ad assaporare cibi nuovi. L'esposizione ripetuta ad alimenti nuovi in fasi precoci della vita può ridurre le tendenze neofobiche e aumentare le preferenze alimentari nei bambini. E' stato osservato che per aumentare il consumo e il gradimento di un alimento nuovo è necessario proporre al bambino tale alimento tra le 6 e le 15 volte e che proporre alimenti nuovi in un ambiente sociale positivo farà aumentare la disponibilità dei bambini a mangiarli.
Il secondo giorno di lavori, si apre con la presentazione di una consensus sulla vitamina D: dalla carenza alle azioni scheletriche; dalle infezioni e allergia fino all'obesità e al diabete. Spazio poi ad un talk-show sulle vaccinazioni. Nel corso della giornata riflettori puntati poi sul corso 'Valutazione neuroevolutiva e segnali di allarme psicomotorio nei primi due anni di vita. Come riconoscere indicatori di rischio e segnali di allarme con i bilanci di salute' e sugli acronimi infettivologi.
La consensus sui disordini gastrointestinali funzionali darà il via alla giornata di sabato 17 ottobre, che proseguirà con una sessione sullo smart food. In programma altri due corsi: il primo riguardante la 'Simulazione avanzata in Pronto soccorso pediatrico' ed il secondo inerente la 'Nutrizione pediatrica per farmacisti': dal pit stop su formule speciali al baby food fino alle false allergie alimentari.
Nel corso della terza giornata di lavori di Stresa, saranno poi approfonditi la prevenzione dei disturbi della crescita, l'antibioticoterapia, la dislessia, la disgrafia e la discalculia, l'infiammazione e dolore nel bambino e la sicurezza dei farmaci in pediatria.
Il congresso si chiuderà domenica 18 con due sessioni interamente dedicate alla Pediatria preventiva e sociale: si parlerà, tra l'altro, del progetto 'Ci piace sognare', del ruolo del pediatra di famiglia nella gestione delle malattie rare e nella diagnosi precoce e nel follow-up del bambino con patologie onco-ematologiche. Senza dimenticare argomenti come la prevenzione andrologica nel bambino per un adulto sano, la dermatite atopica, l'impatto storico sociale dell'immigrazione in sanità e le Bandiere verdi, un nuovo approccio scientifico al mare dei bambini. Spazio, infine, al progetto di monitoraggio, prevenzione e terapia dell'influenza 2015-2016 dal titolo 'L'influenza che verrà': la relazione prenderà in considerazione le nuove opportunità farmacologiche nella prevenzione e nella terapia dell'influenza.
A Stresa la Sipps ha inoltre previsto tre sessioni di comunicazioni orali per coinvolgere i nuovi colleghi: i giovani medici e gli specializzandi potranno presentare le proprie esperienze maggiormente innovative. 'Una scelta- conclude Di Mauro- che sottolinea ancora una volta il nostro impegno verso la classe medica futura. Ai nostri ragazzi garantiamo infatti non solo l'iscrizione gratuita ma anche la possibilità di ritagliarsi un proprio spazio per illustrare i propri lavori'.
(Wel/ Dire)