Si chiama Opificio Golinelli e servirà a educare i giovani
(DIRE- Notiziario Minori) Roma, 9 ott. - "Il futuro è dei giovani: nel 2065 sarà tutto diverso, ma i giovani preparati culturalmente, con gli attrezzi di un bagaglio culturale a 360 gradi, potranno vivere il futuro senza paura. È questo che vogliamo dire ai giovani: 'Non abbiate paura per un futuro, il futuro è vostro'". Sta tutto qui il senso dell'operato di Marino Golinelli, l'imprenditore-filantropo che 27 anni fa ha creato la Fondazione Golinelli e ha aperto alla città l'Opificio Golinelli, una cittadella della conoscenza pensata per bambini, scuole, studenti e aspiranti imprenditori. E, nell'inaugurare l'Opificio, non si ferma e rilancia: dopo aver investito 51 milioni nella sua Fondazione, Golinelli ne mette altri 30 con il progetto Opus 2065, che porterà avanti in primis la missione educativa della Fondazione (per studenti e insegnanti), svilupperà anche un centro di ricerca su campi futuribili del sapere e sosterrà nuove attività imprenditoriali.
"I 30 milioni di euro- spiega Golinelli- non saranno messi a disposizione sotto forma di donazione diretta, bensì attraverso il Trust Opus 2065, i cui guardiani avranno il compito di valutare nel tempo la coerenza delle azioni progettate e realizzate dalla Fondazione Golinelli" rispetto agli obiettivi stabiliti oggi. "I manager di oggi saranno diversi fra vent'anni", dice Golinelli, che proprio per questo ha studiato una forma che desse garanzia sul mantenimento del timone in una certa direzione che assicurasse una continuità di intenti. "C'è un Trust 2065 dove ci sono i 'guardiani', che potranno porre attenzione al fatto che i progetti della Fondazione siano rispettati", sottolinea l'imprenditore, che ha presentato lo 'schema' di Opus 2065 con al suo fianco Andrea Zanotti, vicepresidente attuale della Fondazione e "futuro presidente quando io non ci sarò più", dice.
Il fine che muove Golinelli è sempre lo stesso, come ha già spiegato in altre occasioni e come gli piace ripetere: "Credo nella responsabilità sociale dell'imprenditore, che io trasmetto come ideale nella realizzazione della Fondazione, partita nel 1988. L'idea è ridare alla società quello che la società ti ha dato", osserva il 95enne, che riassume la sua parabola: "Sono partito da una famiglia povera, a 23 anni all'Università ho scoperto la mia decisione di creare un'industra farmaceutica per curare i malati. Ho investito in ricerca, ho avuto fortuna, ci sono stati alti e bassi, anche quasi fallimenti, ma la fortuna è anche volontà e passione. Ora ho voluto ridare alla società parte della fortuna che ho ricevuto", dice. "Tra parentesi non ho mai voluto fare l'immobiliarista", dice col sorriso. Ebbene, i primi destinatari dei suoi 'regali' sono i giovani. "Per questo siamo qui, per trasmettere ai giovani una fiducia per il loro futuro".
Esempi di imprenditori come lui che hanno scelto di "restituire"? "Io non li conosco", dice Golinelli ammiccando, per lo meno non in Italia. "Strutturalmente, la Fondazione risponde ad un esempio angolosassone. Con differenze di proporzione, è come la fondanzione Bill Gates, o altre fondazioni americane che oggi hanno 100 anni". Anche Golinelli si augura una vita lunga per la sua creatura. "L'augurio è che possa continuare, non ha scadenze", dice, ed è proprio per questo che ha deciso di creare il Trust 2065, con i 'guardiani', a cui nel futuro spetterà il compito di amministrare la Fondazione mantenendo una coerenza con quanto fatto finora.
Con il Trust 2065 e l'investimento ulteriore di 30 milioni di euro, Golinelli lascia una Fondazione che può contare su "disponibilità economiche, una strategia e una governance sicure, proiettata nei prossimi decenni, e una struttura organizzativa sicura. Questo è il presupposto perchè, dopo di me, la Fondazione avrà come base per quello che è il mio testamento personale di dare comunque e sempre un supporto ai giovani". Che è il compito primo di Opus 2065. "E' un progetto pluridecennale per i giovani, per il loro futuro. Idee, progetti, formazione didattica per fare e per aiutare i giovani a fare la loro strada, a creare i loro sogni".
Ai giovani va trasmessa cultura, perché "la cultura nutre il pianeta ed è la base perchè possano realizzare il proprio sogno e sviluppare la loro creatività. L'obiettivo finale è formare dei giovani preparati come cittadini di un mondo globale", spiega Golinelli, che aggiunge: "Nel 2065 avremo un'altra società, gli avvenimenti sono imprevedibili, tutto cambierà: la produzione, il welfare, ma i giovani preparati culturalmente, con gli attrezzi di un bagaglio culturale a 360 gradi, potranno vivere il futuro senza paura".
(Wel/ Dire)