(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 2 ott. - Secondo il Dipartimento di Giustizia minorile, nel 2014 trecento minori con disabilità fisiche o intellettive erano in attesa di essere adottati. Di questi 62 hanno meno di dieci anni, mentre 137 ne hanno più di 15: la maggior parte di loro arriva alla maggiore età avendo trascorso tutta la loro vita in istituti o in case famiglia. Sono pochi, infatti, i genitori che scelgono di accogliere bambini con handicap. Chi, al contrario, decide di intraprendere questo percorso resta spesso solo a far fronte alle difficoltà che una adozione di questo tipo può comportare.
"Adottare e' sempre una scelta coraggiosa, lo e' ancora di più quando il bambino ha delle problematiche, come puo' essere una disabilità", afferma il Garante per l'Infanzia e l'adolescenza Vincenzo Spadafora. "Non credo che sentimenti come il coraggio e la generosità si possano incentivare, però la legge sulle adozioni prevede che le coppie che danno disponibilità ad adottare un minore con difficoltà abbiano una 'corsia preferenziale', ma è importante anche che siano realmente sostenute. Creare una rete di servizi specializzati sulla quale le famiglie possano contare, contribuirebbe a rinforzare scelte di questo tipo". Uno strumento per accelerare le adozioni dei minori con disabilità e per trovare in tempi brevi la famiglia adatta alle loro particolari esigenze è la Banca dati delle adozioni, prevista dall'articolo 40 della legge 149/2001. E' stata attivata solo nel 2013 ma ancora non è operativa: "Conoscere i numeri, in quasi tutti i campi che riguardano l'infanzia, è il primo passaggio per intraprendere politiche adeguate. Per questo è indispensabile implementare i sistemi di rilevazione in atto. Abbiamo manifestato questa necessità più volte. La Banca dati non è ancora funzionante in tutti i 29 tribunali per minorenni perché questi ultimi non sono ancora dotati di uno stesso sistema informatico. I dati che attualmente si raccolgono, con modalità sia informatica che manuale, sono quindi ancora parziali", spiega il Garante.
Per Spadafora è poi importante accompagnare le famiglie nel percorso che le porterà a diventare genitori. "Troppo spesso chi adotta resta solo a causa della diffusa carenza di risorse nei servizi sociali. I genitori vanno invece formati nel tempo, a partire dal momento in cui danno la disponibilità all'adozione. Questa azione può avere oltretutto una forte valenza preventiva, anche per limitare ed evitare i fallimenti adottivi che a volte si verificano e che sono esperienze traumatizzanti per il minorenne costretto a vivere un ulteriore abbandono". Le associazioni che si occupano di adozioni e affidamenti riunite nel Tavolo nazionale affido hanno più volte chiesto al governo sostegni economici per chi adotta minori con disabilità. Una richiesta che trova l'appoggio del Garante: "E' indubbio che tutte le famiglie con un bambino portatore di bisogni speciali vadano supportate nell'affrontare la responsabilità di una quotidianità complessa, assicurando loro aiuti nella cura e nell'assistenza".
(Wel/ Dire)