Italia tra i paesi più colpiti dal problema dell'obesità
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 27 nov. - Per due giornate, l'Istituto comprensivo Fratelli Cervi-Plesso Ponte Galeria di Roma è protagonista della campagna itinerante sulla sana e corretta alimentazione. Gli alunni della scuola elementare possono così prendere confidenza con nozioni e utili suggerimenti per mangiare in maniera corretta e adottare uno stile di vita salutare. Gli incontri sono tenuti da Maria Luisa Roberti.
L'iniziativa, promossa dal Moige - Movimento italiano genitori onlus, è realizzata con il patrocinio scientifico di Sipps (Società italiana di pediatria preventiva e sociale) e di Amiot (Associazione medica italiana di Omotossicologia) con il contributo incondizionato di Guna.
I DATI. Dall'indagine "L'obesità infantile: un problema rilevante e di sanità pubblica" (2015), a cura dell'Osservatorio e metodi per la Salute del dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale dell'Università Milano Bicocca, diretto da Mara Tognetti, che raccoglie le principali ricerche nazionali ed internazionali in materia di alimentazione, emerge che l'Italia è uno dei Paesi europei più colpiti dal fenomeno dell'obesità infantile. Nel paese la prevalenza di sovrappeso in età pediatrica supera di circa tre punti percentuali la media Europea, con un tasso di crescita annua dello 0,5-1%, pari a quello degli Stati Uniti. Le indicazioni emerse dalla prima rilevazione del 'Who Cosi Program' evidenziano che i bambini italiani più soggetti a disturbi alimentari hanno tra gli otto e nove anni: a quest'età, un bambino su quattro è obeso e uno su due sovrappeso. Tra le bambine, le percentuali scendono rispettivamente al 16% e al 41%. Diverse ricerche, riferite al contesto italiano, mostrano che, estendendo il campione tra i sei e gli 11 anni, è sovrappeso un bambino su quattro (23,1%) mentre uno su 10 (9,8%) è addirittura obeso.
In ambito continentale obesità e sovrappeso prevalgono tra i minori dei paesi mediterranei (con percentuali che oscillano tra il 20 e il 36%), piuttosto che in quelli del nord Europa (tra il 10 e il 20%). Anche in Italia, il fenomeno ricalca le stesse differenze geografiche, con percentuali che vanno dall'8,2% al Nord, al 9,3% del Centro fino al 15,2% del Sud. La regione più colpita dal fenomeno è la Campania, dove un bambino di terza elementare su due è obeso o in sovrappeso. Seguono Puglia, Molise Abruzzo e Basilicata, che evidenziano percentuali superiori al 40%. Gli adolescenti italiani in sovrappeso tendono a diminuire con l'aumentare dell'età, confermando la maggiore esposizione delle generazioni più giovani: a 11 anni ne soffre un ragazzo su tre e una ragazza su quattro. Il dato, raffrontato alle rilevazioni sui quindicenni, decresce, per ambo i sessi, di circa 10 punti percentuali.
I fattori che determinano l'obesità, oltre a quelli di natura genetica, sono principalmente legati al contesto socio-economico, familiare e agli stili di vita. Diverse indagini concordano nell'attribuire maggiore predisposizione a diventare obesi a soggetti che vivono in condizioni "disagiate". Il dato più preoccupante riguarda però l'impatto dei genitori sull'alimentazione dei minori. Solo il 44,7% di loro conosce le regole della sana alimentazione (Censi). I dati dell'indagine "OKkio alla Salute" confermano una disinformazione diffusa da parte degli adulti in materia di dieta alimentare. Il 37% delle madri di figli in sovrappeso non ritiene "eccessiva" la quantità di cibo che i mangiano i bambini, mentre solo il 29% di esse afferma il contrario. Inoltre solo quattro mamme su 10 reputano insufficiente l'attività motoria svolta dal figlio, continua il Moige.
Sul versante delle abitudini alimentari, è altrettanto importante la percentuale di coloro che adottano comportamenti scorretti: un bambino su 10 salta la prima colazione, mentre tre su 10 la fanno in maniera sbilanciata (troppi carboidrati o proteine); due bambini su tre fanno una merenda abbondante a metà mattina. I genitori dichiarano che quattro bambini su 10 consumano quotidianamente bevande zuccherate o gassate e il 22% non mangia tutti i giorni frutta e verdura. Dall'indagine Zoom8 emerge inoltre che un intervistato su due non mangia "mai o quasi mai" legumi e solo uno su cinque lo fa due o tre volte a settimana, come raccomandato. Un bambino su sette, poi, si alimenta con insaccati una o più volte al giorno. Il consumo giornaliero di cibi ipercalorici è un fenomeno largamente diffuso: Un bambino su tre mangia quotidianamente snack e uno su quattro consuma bibite zuccherate. In alcune circostanze anche più volte al giorno (nel 3,5% dei casi per i primi, 17% per le seconde). Anche uno stile di vita sedentario concorre all'obesità in età pediatrica, poiché strettamente correlato al consumo di questi cibi. Un bambino su sei dichiara di non aver fatto attività fisica nel giorno precedente all'indagine, o di fare sport un'ora alla settimana; quattro su 10 confessano di avere la tv in camera; uno su tre di restare incollato al televisore o ai videogames per più di due ore al giorno, mentre solo uno su quattro dichiara di andare a scuola a piedi o in bicicletta.
LE DICHIARAZIONI. "La sana alimentazione è un aspetto centrale nell'educazione dei nostri figli. Contenere il consumo di snack, promuovere corretti stili di vita e sport all'aria aperta, adottare una dieta varia ed equilibrata sono alcune accortezze per combattere l'obesità ed evitare rischi per la salute dei nostri ragazzi". Così Maria Rita Munizzi, presidente nazionale Moige- movimento genitori.
"Il nostro impegno spazia dalla corretta alimentazione del bambino nei primi tre anni di vita al divezzamento e prevenzione dei rischi. Dalla formazione delle famiglie, sull'opportunità di una dieta appropriata, al coinvolgimento degli adolescenti, con l'obiettivo di prepararli a gestire autonomamente il proprio stile alimentare", le parole di Giuseppe Di Mauro, presidente Sipps - Società italiana di Pediatria preventiva e sociale. "Amiot ha aderito e promuove l'iniziativa 'Mangia bene, cresci bene' e non poteva essere altrimenti: L'omotossicologia ha tra i suoi campi applicativi di elezione la medicina preventiva. Agire sui più piccoli attraverso la prima medicina, il cibo, è il passaggio fondamentale per la salute delle future generazioni", il commento di Cesare Santi, presidente Amiot (Associazione medica italiana di Omotossicologia). "È una grande soddisfazione contribuire a questo progetto educativo, che vede la luce in un momento quanto mai opportuno e forse cruciale per il benessere delle future generazioni. Tanto più che lo scopo dell'iniziativa è perfettamente in linea con gli obiettivi fondanti di Guna: diffondere il concetto di salute basato su stili di vita corretti e sulla prevenzione attraverso terapie naturali", dichiara Alessandro Pizzoccaro, presidente Guna S.p.A. sponsor del progetto e azienda leader in Italia nella produzione e vendita di farmaci di origine biologico-naturale.
LA CAMPAGNA. Da febbraio a dicembre, "Mangia bene, cresci bene" attraverserà tutta Italia. Prenderanno parte al progetto 379 scuole, suddivise tra medie ed elementari, per un totale di circa 40.000 studenti e 75.000 genitori coinvolti. In ciascun istituto, i docenti e i medici di Amiot terranno degli incontri formativi sulla sana alimentazione e distribuiranno un kit didattico a ragazzi e genitori. Agli studenti è inoltre riservato un concorso a premi: Le illustrazioni più significative saranno affisse nelle farmacie e gli studi medici aderenti e daranno vita ad un calendario info-educativo dell'iniziativa distribuito nelle scuole che hanno partecipato all'iniziativa. Foto e materiali informativi sono scaricabili dalla sezione dedicata del sito www.moige.it oppure chiedendoli all'ufficio stampa Moige.
(Wel/Dire)