(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 27 nov. - Alla domanda "quali sono le tue più grandi paure per il futuro", un ragazzo su tre teme di non trovare lavoro, uno su cinque di essere aggredito a scuola e uno su 10 di non riuscire a farsi un famiglia. Questo il risultato di un sondaggio condotto su 600 ragazzi, dai 12 ai 18 anni, e su 600 genitori.
L'indagine "Diritti inascoltati, cosa ci chiedono i nostri ragazzi", realizzata da Telefono Azzurro, in collaborazione con Doxakids, è stata presentata al'Istituto Comprensivo Regina Elena di Roma per celebrare il ventiseiesimo anniversario della giornata internazionale per i diritti all'infanzia e all'adolescienza.
Educare i giovani ai loro diritti. Questo è stato lo scopo dell'incontro che si è tenuto tra bambini e adolescenti ed istituzioni. Un confronto con cui i ragazzi hanno potuto sollevare domande in merito a questioni di vario tipo. Dal problema del bullismo e del neonato cyberbullismo, al tema del diritto all'istruzione, fino a spiegare quali siano le facoltà giuridiche di un minorenne.
Un'esperienza per promuovere un atteggiamento sempre più disponibile e attento nei confronti dei più piccoli che hanno fatto sentire le loro voci al grido "Noi non stiamo zitti", lo slogan che ha dato nome all'iniziativa. Una visione cupa del futuro, dunque, che si traduce in richieste esplicite alle istituzioni. Prima fra tutte la scuola. Tra i ragazzi, il 53% chiede che negli istituti ci sia maggiore orientamento al mondo del lavoro, il 51% più tecnologia e il 42% più protezione da violenza e bullismo, vero incubo degli adolescenti che nell'80% dei casi si realizza proprio tra i banchi di scuola.
Ma non sono solo presidi e docenti i destinatari delle richieste dei più piccoli, che hanno sollevato questioni anche nei confronti delle istituzioni politiche. Infatti, alla domanda "quali sono i diritti violati in Italia" il 42% degli intervistati ha indicato il diritto di avere uguali possibilità tra ricchi e poveri, il 33%, il diritto ad essere protetti da violenze ed abusi ed il 27 % il diritto a non essere discriminati per la propria nazionalità.
"Le parole dei ragazzi, di quelli che hanno partecipato all'indagine come di quelli che abbiamo incontrato nelle scuole romane nei giorni scorsi, evidenziano- commenta Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro- come siamo in un periodo storico di transizione, ci sono movimenti imponenti di persone che si spostano dai Paesi più poveri alla ricerca di migliori condizioni di vita. C'è un cambio di valori e punti di riferimento, una inarrestabile trasformazione dovuta alle nuove tecnologie, tutti segnali di un cambiamento epocale. Molte delle sicurezze che si ritenevano acquisite non ci sono più".
Il presidente conclude: "Alle paure, agli orrori degli attentati che coinvolgono l'intera società, si aggiungono paure legate al quotidiano, intimamente vissute dai ragazzi, la maggior parte delle volte, in solitudine".
(Wel/ Dire)