Lo chiede in una mozione promossa anche sul sito web della Sip
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 20 nov. - "Ingiuste diseguaglianze nell'assistenza alla nascita nel nostro Paese mettono in seria crisi il rispetto del principio di giustizia", è quanto scrive il Comitato nazionale per la Bioetica (Cnb) nella mozione "Diseguaglianze nell'assistenza alla nascita: un'emergenza nazionale". Con la mozione, si legge nel sito web www.sip.it, il Cnb vuole portare all'attenzione delle istituzioni e dell'opinione pubblica le criticità assistenziali alla nascita presenti in molte Regioni del paese e riconducibili all'organizzazione del Sistema sanitario e delle sue strutture.
Il problema di inique differenze nella fruizione del diritto alla salute riguarda tutti coloro che vivono in Italia, a qualsiasi fascia d'età appartengano, scrive il comitato, presenta risvolti di particolare responsabilità nella fase immediatamente successiva alla nascita, dal momento che i primi momenti della vita influenzano in modo significativo il futuro della persona. La mortalità infantile nelle regioni meridionali è circa del 30% più elevata rispetto a quelle settentrionali. Le cause di questo fenomeno vanno ricondotte, oltre alla differente incidenza di problemi di ordine economico e sociale, a un'insufficiente organizzazione delle cure perinatali (mancanza di posti letto di terapia intensiva neonatale, piccole maternità, mancanza di un servizio di trasporto neonatale in vaste zone d'Italia).
In particolare, rileva il Comitato, la frammentazione dei Punti nascita non favorisce la gestione delle emergenze e aumenta di molto il rischio clinico sia per la mamma che per il neonato. Molto spesso i centri con meno di 500 nati all'anno, particolarmente numerosi nelle regioni meridionali, sono sprovvisti di attrezzature dedicate ed il personale presente non è specializzato ed idoneo ad affrontare situazioni di emergenza.
Le amministrazioni, nonostante le indicazioni dell'accordo Stato-Regioni del 2010, che prevedeva nel "percorso nascita" la razionalizzazione e riduzione progressiva dei Punti nascita con numero di parti inferiore a 1.000 all'anno, hanno difficoltà a chiudere queste strutture. Ugualmente lo stesso accordo prevedeva l'attivazione, il completamento e la messa a regime del sistema di trasporto assistito materno (Stam) e neonatale d'urgenza (Sten), che invece non sono ancora presenti in vaste aree del Paese. "Per la mancanza di un servizio di trasporto neonatale in molte regioni e in vaste aree metropolitane si verifica un significativo ritardo nell'inizio di terapie ed un aumento del rischio di morte in epoca neonatale o di insorgenza di danni neurologici con esiti invalidanti in neonati che nascono in centri privi di terapia intensiva neonatale (Tin)", scrive il Cnb. Inoltre le unità di Tin, che sono in un numero superiore rispetto agli standard raccomandati, spesso non lo sono i termini di posti letto effettivamente disponibili, per carenze di personale medico o da insufficienti spazi e attrezzature.
"Senza un potenziamento delle unità di Tin e una migliore organizzazione della rete perinatale non si potranno ridurre i tassi di mortalità neonatale nelle regioni meridionali", aggiunge il Comitato, sottolineando come "dal punto di vista etico sia inammissibile che la salvaguardia dei diversi parametri imposti dai piani di rientro possa incidere in modo così grave sul diritto alla salute". È necessario, conclude il Comitato, "bloccare la tendenza alla differenziazione dell'offerta sanitaria fra le diverse regioni ed è indispensabile una loro integrazione, per assicurare a tutti, a partire dal momento della nascita, il diritto di godere del migliore stato di salute possibile".
Il testo della mozione è stato elaborato dal Mario De Curtis, con il contributo di Marianna Gensabella. Il documento integrale si trova su:(http://www.governo.it/bioetica/mozioni/Mozione_Disuguaglianze_ alla_nascita.pdf) (Wel/ Dire)