(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 20 nov. - Oggi un bambino è, sempre più spesso di qualche anno fa, figlio della 'voglia di avere un figlio' più che del 'caso'. I vari presidi anticoncezionali permettono qualunque attesa, dall'altra le metodiche di fecondazione assistita fino all'adozione forniscono a tutti (o quasi) la possibilità di essere genitore. Quindi far nascere o crescere un bambino è un evento sempre più legato alla voglia di farlo, voglia spesso rinviata per varie ragioni personali, sociali, economiche. Lo scrive in un articolo Donella Prosperi, esponente della Fimp (Federazione italiana medici pediatri).
'Stabilità affettiva, realizzazione nello studio e nel lavoro, sicurezza economica sono diventate le condizioni, le certezze che si cerca di raggiungere prima di avere un figlio, credendo così di affrontare la genitorialità in modo più consapevole. Ma gli imprevisti sono il sale della vita. Durante l'attesa ogni genitore ha dentro di sé il 'suo bambino immaginario', frutto di fantasie e proiezioni, che influenzerà non poco il comportamento di approccio successivo alla nascita. Il bambino che nascerà sarà all'altezza del bambino immaginato? Il genitore sarà capace di comprendere che è col bambino nato che dovrà relazionare e non con quello che avrebbe voluto? Spesso i problemi nascono già da qui', spiega ancora Prosperi. Ognuno ha un codice genetico, 'anche il nostro comportamento ha le sue basi biologiche nel 'temperamento' che fornisce le differenze individuali che compaiono molto precocemente e sono relativamente stabili nel corso del tempo e nelle diverse situazioni. Relativamente perché ogni caratteristica temperamentale (e sono nove) interagisce poi con l'ambiente per la formazione della personalità, del carattere adulto. Per un genitore comprendere il temperamento del proprio figlio per favorire certe inclinazioni e compensarne altre è molto importante, e solo se si guarda il bambino per com'è e non per come ci piacerebbe che fosse lo sapremo vedere', puntualizza l'esponente Fimp.
'Il rapporto di coppia appagante è fondamentale per la serena crescita emotiva di un bambino. Una madre con una vita sessuale ricca e completa non cerca compensazioni affettive dal legame con il proprio figlio. Dopo una nascita la coppia dovrebbe 'ristrutturarsi' su livelli diversi, ma continuare a crescere e non fermarsi e regredire (ogni donna deve essere consapevole che quando nasce un figlio non muore un marito). La famiglia cresce tutta insieme, non crescono solo i figli, anche i genitori con loro affrontano un percorso che li porterà a ristrutturare continuamente il loro rapporto. Per un bambino crescere significa 'molte cose', ma cerchiamo di evidenziarne alcune a livello psico-emotivo che ci permettono di comprendere meglio la strada che i genitori sono chiamati a percorrere insieme ai loro bambini'.
- PASSARE DAL PRINCIPIO DEL PIACERE AL PRINCIPIO DI REALTÀ. 'È una condizione base per il vivere sociale, ma è anche quella più difficile da superare. Importante è prendere gradatamente coscienza che per stare con gli altri non si può avere come spinta interiore solo il nostro piacere, ma occorre tener presente la realtà contestuale. Il bambino dice 'lo voglio, lo voglio, lo voglio' senza considerare se quello che vuole è possibile, giusto, adeguato o no, segue solo il suo piacere interiore. Da grande imparerà (speriamo) a procrastinare, valutare, confrontare i suoi bisogni con la realtà oggettiva del momento'.
- IMPARARE LA TOLLERANZA ALLA FRUSTRAZIONE. 'Ovviamente con le metodiche adeguate ad ogni età. Oggi questa è forse la tappa che molti non raggiungono, e non avere tolleranza alla frustrazione è pericoloso per tanti comportamenti antisociali, deviati, estremi che si possono verificare per non saper accettare rifiuti, sconfitte, fallimenti. Sono i bambini che tutto chiedono e ai quali tutto viene concesso, sono i genitori che non sanno dire quei 'no' che tanto aiutano a crescere equilibrati e forti'.
- AVERE CONSAPEVOLEZZA DELLE REGOLE. 'Comprendere che per diventare 'esseri sociali' e poter relazionare con gli altri e con il mondo e necessario non solo conoscere le regoli sociali, ma averle introiettate tanto da esserne consapevoli. Sapere quello che è giusto o sbagliato fare in un determinato contesto, non significa automaticamente aver capito 'perché'. E' fondamentale che ogni genitore non impartisca regole su regole su regole ai propri figli se non è prima sicuro che siano state comprese nel loro significato. Ai bambini molto piccoli possiamo anche vietare, ma col tempo, appena sono in grado di comprendere (e ad ogni età corrisponde un passo) sarà utile aiutarli a capire, a sentire dentro qualunque insegnamento o regola di comportamento cercheremo di far osservare'.
- AVERE AUTOSTIMA. 'Coltivare bene il terreno dove cresce l'autostima è condizione essenziale per una crescita psicologica ottimale per ogni bambino. Cercare di migliorare il proprio figlio non vuol dire sempre per il genitore evidenziare ciò che non è capace di fare, criticare le sue scelte, punire i suoi errori. Spesso vuol dire anche evidenziare ciò che è capace di fare, chiedersi il perché delle sue scelte, capire i suoi errori. L'autostima che tanto ci aiuta nel nostro vivere bene interiore (e chi non ce l'ha sa quanta sofferenza porta) non si coltiva con la denigrazione, ma con l'amore e la fiducia'.
- RISPETTO DELLA LIBERTÀ. 'Comprendere il nostro stato di persone libere nel rispetto totale della libertà degli altri è passare dal naturale egocentrismo infantile alla socializzazione. Quando queste poche, ma fondamentali tappe non si compiono il processo di crescita può deviare verso percorsi diversi che nel tempo, e in particolare all'adolescenza, possono creare problemi comportamentali, di socializzazione, di equilibrio'.
I 'bambini viziati' hanno subìto un 'vizio di procedura' nel percorso di crescita e sono quelli che: seguono solo il loro principio di piacere, non tollerano le frustrazioni, non hanno consapevolezza delle regole, hanno scarsa autostima, vivono con eccessivo egocentrismo, aggiunge Prosperi.
Il compito di 'essere buoni genitori' è molto arduo e sbagliare è naturale e quotidiano, l'importante è non essere rigidi con se stessi, saper chiedere scusa ai figli quando necessario (esempio da dare molto costruttivo) e saper cambiare i propri atteggiamenti verso di loro ascoltandoli con più attenzione.
L'obiettivo, dunque, per l'esponente Fimp 'è aiutare ogni bambino a diventare un essere sociale, una persona che sta bene interiormente in una società di cui comprende le regole e le rispetta e ogni genitore nel suo ruolo di educatore ha il compito di accompagnare i figli in questo lungo percorso di crescita. Non 'preoccuparsi' per i propri figli, ma 'occuparsi' di loro, saper dire di 'no' quando serve perché crescere è anche sperimentare sensazioni sgradevoli come il rifiuto e l'attesa, incentivare l'indipendenza e quindi accettare volentieri che facciano da soli sorvegliandoli per interromperli solo nei veri eccessi'.
I genitori, quindi, devono 'condividere le regole e i limiti di cui i bambini hanno bisogno per imparare, ma essere pronti a capire perché, quando non le rispettano. Le regole e i limiti che un genitore stabilisce sono importanti per i figli perché li aiutano a sviluppare le proprie risorse creative nel superarli e accettarli, nonché la capacità di saper affrontare le difficoltà', prosegue Prosperi.
Nel percorso di crescita genitori-figli quello che poi 'va osservato sempre è la coerenza in ogni situazione, l'incoerenza tra quello che un genitore predica e quello che fa genera confusione nell'apprendimento e rende i figli insicuri e i genitori ridicoli ai loro occhi. Se ci sarà stato da parte dei genitori troppo investimento emotivo di possesso e padronanza nei confronti del figlio, idealizzazione che farà quello che il genitore e non il figlio desidera, percezione che quanto un genitore ha fatto dovrà essere riconosciuto e gratificato da parte del figlio, la delusione genitoriale in adolescenza potrebbe essere grande'. Fin da quando nascono i bambini, i genitori 'dovrebbero essere consapevoli che sono esseri a se stanti, che non li possediamo, ma li accompagniamo nel loro proprio cammino. Occorrerebbe avere la serenità di pensarli come loro sono e non come vorremmo che fossero e mai pretendere di essere ringraziati per ciò che abbiamo fatto per loro, ma felici se ciò accade', conclude.
(Wel/ Dire)