Nel 2014 erano 1.500, in calo; al via campagna sensibilizzazione
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 13 nov. - L'Emilia-Romagna sostiene l'affido dei minori e nei prossimi giorni partirà una campagna d'informazione per sensibilizzare i cittadini. "La Regione promuove l'affido familiare- afferma la vicepresidente di viale Aldo Moro, Elisabetta Gualmini- che è sottodimensionato in Emilia-Romagna rispetto all'affido in comunità: a braccia aperte proviamo a ribilanciare le cose". All'inizio del 2014, in Emilia-Romagna erano 1.519 i bambini e i ragazzi in affidamento presi in carico dai servizi, in leggero calo rispetto agli anni precedenti. Il dato comprende sia l'affido a tempo pieno (82,1%) sia part-time. I minori residenti sul territorio regionale sono 712.298 e il tasso d'affido è di circa due minori ogni mille: nella maggior parte dei casi, si tratta di affidi su decreto del Tribunale dei minori. Il 67% di loro rimane in affido più di due anni. Le province che accolgono il maggior numero di bambini sono Reggio Emilia (258), Modena (231) e Bologna (171). L'età dei ragazzi affidati a tempo pieno alle famiglie varia da zero (168) a 15 anni e più (377).
Questo il quadro fotografato dalla Regione, che ha messo in piedi una campagna d'informazione sull'affido e l'affiancamento familiare (dal titolo "A braccia aperte") in vista della Giornata internazionale dei diritti dell'infanzia, il prossimo 20 novembre. In quello stesso giorno è in programma, in Regione, un convegno sul tema dell'affido. "Abbiamo bisogno di più coraggio e più slancio da parte di tutti- sostiene Gualmini in una nota- le famiglie si facciano avanti per sperimentare l'affido: ne potranno essere umanamente arricchite, oltre ad avere il privilegio di aiutare un bambino in difficoltà. Gualmini invita ad abbandonare "la paura, il timore di essere inadeguati e la difficoltà che deriva dalla mole di impegni quotidiani". Molti bambini, insiste, "hanno bisogno di famiglie e molte famiglie possono offrire molto ai bambini, anche solo per periodi temporanei". Intanto il Garante regionale dei minori, Luigi Fadiga, ha incontrato a Roma Francesco Cascini, il nuovo capo del rinnovato Dipartimento per la giustizia minorile, per rappresentargli, anche come coordinatore dei Garanti regionali, l'andamento dei rapporti fra autorità giudiziaria e garanti.
Fadiga, si spiega da viale Aldo Moro in una nota, è preoccupato per il "disinteresse del Governo e del legislatore per una revisione delle norme sul procedimento rieducativo, risalenti al 1934 e al 1955, e pertanto fonte di criticità processuali sostanziali e applicative". Inoltre, il Garante teme che "le norme contenute nel ddl governativo sulle sezioni specializzate per la famiglia non realizzino un adeguato bilanciamento tra criterio di prossimità e domanda di giustizia familiare, finendo per compromettere le esigenze di specializzazione nelle piccole sedi". Dal canto suo, Cascini ha sottolineato la recente riorganizzazione del ministero della Giustizia. Con i nuovi poteri, il Dipartimento per la giustizia minorile ha competenza anche sulla "esecuzione di tutte le misure alternative e sanzioni sostitutive, sia per minorenni che per maggiorenni". Ci sarà dunque "spazio per importanti sperimentazioni".
(Wel/ Dire)