Cappelletti (Miur): "Con Peer Education si vive scuola come casa"
(DIRE- Notiziario Minori) Roma, 6 nov. - Una comunicazione tra pari per condividere esperienze e buone pratiche. È questa in sintesi la 'Peer Education', ovvero quella strategia educativa che mira a favorire la comunicazione tra adolescenti riattivando lo scambio di informazioni e di esperienze interni al gruppo dei pari. Una 'pratica' che, nell'ambito della tre giorni di Città della Scienza, Smart Education & Technology Days, l'Ufficio scolastico regionale della Campania - Osservatorio regionale sul bullismo, ha presentato proprio in una delle sue tante applicazioni, quella delle prevenzione e del contrasto al bullismo.
A spiegare il progetto finanziato dal Miur e portato avanti in otto scuole della Campania, suddivise nelle cinque province, dall'Ufficio regionale, è Marina De Blasio.
"Quella della 'Peer Education'- ha spiegato alla Dire De Blasio- è un'esperienza nuova che però deriva da esperienze degli anni Settanta. I ragazzi possono, dopo un'adeguata formazione fatta con gli esperti, soprattutto psicologi, imparare delle tecniche, come ad esempio il problem solving, che poi sono in grado di passare ai coetanei. Parliamo in questo caso di ragazzi di quindici-sedici anni. Il tutto rientra nella prevenzione del bullismo, cyberbullismo e omofobia".
Una comunicazione tra pari considerata, alla luce della 'Peer Education', più efficace, più produttiva perché "i ragazzi si aprono di più, tra pari è più facile parlare". Quando si parla di pari non si fa riferimento solo all'età ma anche allo status sociale e culturale.
"I ragazzi- sottolinea ancora De Blasio- sono stati ottanta, di questi solo dieci hanno abbandonato il progetto. I restanti settanta hanno continuato a lavorare al progetto e lo faranno ancora". Con la Polizia postale, "con i magistrati e con tutte le istituzioni che vogliono lavorare in questo settore (la prevenzione e la lotta al bullismo, ndr) stiamo operando, a largo raggio, affinché i ragazzi imparino un uso corretto della tecnologia, perché, il bullismo ormai ha preso le vie della tecnologia".
A confermare la bontà della 'Peer Education' e della sua diffusione a livello nazionale è Marco Cappelletti della direzione generale dello studente del ministero dell'Istruzione. "È una mitologia adatta per coinvolgere i ragazzi in un percorso di legalità e per rinnovare il loro spirito di solidarietà nei confronti dei loro compagni di scuola. Perché è dalla solidarietà e dalla partecipazione in collaborazione con il docente che può emergere una comunità che sostiene la scuola e vive la scuola come la propria casa". Questa è la 'Peer Education': "È una via molto importante per rinforzare la comunità scuola nella quale crediamo molto". Se ragazzi e docenti, conclude Cappelletti, "si convincono che fanno parte della stessa famiglia, devono lavorare insieme nella comunità scolastica perché se sono vicini, se sono uniti, la scuola sarà forte e potrà davvero aiutare tutte le persone che sono in difficoltà o in disagio e che, talvolta, non sanno a chi chiedere aiuto".
(Wel/ Dire)