(DIRE - Notiziaroi Minori) Roma, 6 nov. - Per Francesca (nome di fantasia) finalmente si sono aperte le porte della scuola. Nei giorni scorsi a Trentola Ducenta (Caserta) la bambina ha finalmente fatto ingresso in classe, dopo le polemiche dei giorni scorsi dovute al rifiuto del preside. Il responsabile aveva scoperto che, oltre al ritardo cognitivo, la bambina aveva una malattia "brutta" come l'Hiv. Prima di lui, altre 35 persone avevano detto di no a Francesca: tante sono infatti le comunità di accoglienza accreditate nel comune di Napoli che non l'hanno voluta accogliere, spaventate da una malattia che ancora si crede "contagiosa". Alla fine la piccola era stata accolta dalla casa famiglia Capodarco alla quale è stata affidata a giugno scorso dal tribunale dei minori di Napoli.
Francesca, dunque, ha fatto il suo ingresso alla scuola media San Giovanni Bosco di Trentola Ducenta, poi il dirigente scolastico, Michele Di Martino, ha incontrato una quindicina di genitori di alunni che frequentano la scuola, preoccupati per i propri figli.
La piccola avrà un insegnante di sostegno che la seguirà passo passo. "Siamo contenti che tutto si sia risolto, ora spegniamo i riflettori", ha affermato il papà affidatario della piccola, mentre il dirigente scolastico, turbato dalle polemiche e dai "tanti equivoci" di questi giorni, ha affermato: "La nostra è una scuola aperta, solidale e inclusiva. Non ho mai voluto escludere nessuno, abbiamo 40 bimbi disabili qui, e tutti sono perfettamente assistiti. La piccola avrà tutto il sostegno di cui ha bisogno".
- LA STORIA. Quella di Francesca è una storia di ripetute negligenze e carenze istituzionali, che diventano soprusi e violazione di diritti. "Proviene da una famiglia che vive in condizioni di gravissima emarginazione sociale ed economica- aveva raccontato Fortuna, mamma affidataria di Francesca, della Comunità di Capodarco di Teverola- Ha frequentato una scuola fino allo scorso anno, dove nessuno si è reso conto, o ha fatto finta di non rendersene conto, della situazione. Aveva il sostegno scolastico per il suo ritardo psichico. Ma è stata sempre promossa, anche l'ultimo anno, seppur non sapesse leggere né scrivere. La scuola è la prima istituzione che non si è curata di lei e della sua famiglia, ma ha preferito sbarazzarsene al più presto". Fin quando, il 3 febbraio scorso, Francesca è arrivata in ospedale "quasi morta- racconta Fortuna- Aveva avuto un infarto. A 10 anni pesava 16 chili. E' lì che la malattia è stata conclamata: prima, in dieci anni, nessuno se ne era accorto. E' stata ricoverata per quattro mesi. Dopodiché le istituzioni si sono rese conto che quella famiglia non era in grado di curarsi di lei: doveva prendere dodici medicine al giorno ed essere seguita con molta attenzione". E' iniziata così la ricerca di una struttura capace di prenderla in carico. "Ce ne sono 35, accreditate con il comune di Napoli. La comunita' di Capodarco, per scelta, non è accreditata. La procura ha fatto il nostro nome 'in extremis', perché nessun'altra struttura si era resa disponibile".
Il 17 giugno, quindi, Francesca è entrata nella nuova famiglia, che ha iniziato a prendersene cura e, naturalmente, a cercare una scuola per lei. "Inizialmente nessun problema, il preside si è detto pronto ad accoglierla- racconta ancora la mamma- Poi, il 4 settembre, quel 'sì' si è trasformato in un diniego: ufficialmente, non c'era posto per lei, troppi iscritti". Ma l'ufficio scolastico aveva anche concesso la sezione supplementare che il preside aveva chiesto, "quindi è evidente che le ragioni del diniego fossero altre: la 'paura irrazionale' del contagio, l'ignoranza che avvolge questa malattia e che si abbatte con una violenza incredibile contro questa bambina". Da qui la presa di posizione del ministro Stefania Giannini e il ritorno in classe.
(Wel/ Dire)