Acquarone elenca i segni dell'evoluzione al convegno IdO
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 27 mar. - Lo sviluppo celebrale (la neuroplasticita') e' esponenziale dal concepimento fino ai 3 anni di vita, momento in cui arriva all'apice per poi continuare e stabilizzarsi. "L'intervento precoce e' quindi necessario per non limitarne la crescita. Se i bambini nascono con le cataratte e non vengono operati nei primi 4 mesi di vita possono diventare ciechi, perche' le cellule neuro-visive necessitano di essere stimolate. O ancora, minori orfani o figli di madri depresse, essendo meno stimolati, subiscono spesso un decremento nello sviluppo celebrale in termini di potenziale, visibile anche nel peso corporeo in quanto le connessioni neuronali rendono il cervello piu' o meno pesante". Inaugura con queste parole la collaborazione internazionale con l'Istituto di Ortofonologia di Roma (IdO), Stella Acquarone, direttrice della Parent infant clinic e della School of Infant Mental Health di Londra, che 25 anni fa inizio' a sperimentare la 'Pre-autistic behaviour scale' - strumento di osservazione e diagnosi precoce - "in un reparto di maternita' quando non riusciva a capire il comportamento improprio della madre o un'involuzione del bambino".
Al seminario dell'IdO, il 21 e 22 marzo nella Capitale, la psicoterapeutica argentina ad orientamento psicoanalitico dell'eta' evolutiva spiega: "Gia' nel 1872 Darwin parlava delle espressioni emozionali dei neonati, eppure ricerche in questo settore sono molto recenti. Circa 35 anni fa si e' cominciato a dare importanza all'osservazione. Oggi molte ricerche mostrano come le aree celebrali vengano modificate nell'interrelazione. Il neonato interagisce da subito con il caregiver, per questo motivo dobbiamo rilevare quanto prima l'effetto che la madre ha sul piccolo. Non basta l'amore- chiarisce Acquarone- ma occorre anche la comprensione e la capacita' di soddisfare i bisogni del neonato".
COSA SUCCEDE NEL PERIODO DELLA GRAVIDANZA? - "Ho seguito madri provenienti dalla guerra, rifugiate, abusate, e ho notato- prosegue Acquarone- che l'aspettativa materna influenza a livello biochimico quello che avviene nel periodo della gravidanza. Eventi traumatici durante la gestazione, come situazioni di abuso, implicano tutta una modalita' di pensiero negativo che inevitabilmente interferira' con la gravidanza e successivamente con la relazione con il figlio. Immaginiamo, invece, i prematuri che nascono a 6 mesi- prosegue l'esperta- quando manca la terza parte della gravidanza, cioe' il periodo che porta allo sviluppo della capacita' di accogliere e fare nido".
COME CRESCE IL CERVELLO NELLE RELAZIONI SOCIALI? - "Darwin diceva che il bambino sin dalla nascita ha un corredo di espressioni significative per le relazioni con l'adulto. Se la madre morisse al momento del parto- chiarisce subito la terapeuta- il piccolo avrebbe la necessita' di essere compreso da tutti gli altri adulti di riferimento. Quindi dalla nascita il neonato provoca, stimola e cerca una interazione da parte della madre o di un caregiver. Non e' quindi inanimato, e la madre lo attende, lo guarda e ci gioca entrando nella relazione".
RELAZIONE MADRE-FIGLIO: CONNESSIONE WIRELESS DELLE EMOZIONI- "La relazione madre-figlio e' come una connessione senza fili delle emozioni. Nello sviluppo emozionale, il bambino necessita di essere amato, nutrito, baciato, regolato, intrattenuto e toccato e prova piacere in questa relazione". Si tratta di una corrispondenza che vede il "neonato desiderare di far felice la madre e sentirsi un oggetto d'amore, e la mamma che guarda il figlio rispecchiando le sue capacita', accrescendo in lui la sua fiducia e identita', e aiutandolo a sviluppare un attaccamento sicuro. È nello scambio degli sguardi che si vede la capacita' di comprensione".
QUALI SONO I SEGNI DA OSSERVARE SIN DALLA NASCITA - "Un bambino di due mesi ha chiaramente la percezione dell'altro, sorride a un volto, curva la schiena e spinge la pancia in fuori per protendersi verso il genitore", spiega Acquarone. Dai due ai sei mesi il bambino inizia a fare "gorgoglii ritmici, suoni che ogni giorno diventano piu' attivi, balbettii e segni precursori del linguaggio. Un segnale di vulnerabilita'- rimarca subito l'esperta- e' la mancanza di esplorazione: se il piccolo non si guarda intorno e non prende oggetti da portare ad esempio alla bocca".
Dai 6 ai 9 mesi un minore ha "piu' consapevolezza di essere terzo, inizia a comprendere che la madre puo' essere in relazione con altre persone e che lui possa essere escluso dalla relazione stessa. Situazione valida anche per il padre. In questa fase puo' esserci un oggetto transizionale".
Sono bambini vulnerabili, secondo la Pre-autistic behaviour scale, "quelli che non creano lo spazio necessario per fare entrare un terzo o un oggetto transizionale- sottolinea Acquarone- perche' si sentono come un tutt'uno con la madre".
Dai 10 mesi a un anno i piccoli "sviluppano la capacita' di fingere, far ridere gli altri. In questa fase della vita iniziano a sperimentare tutte le tipologie di gioco simbolico e di finzione- prosegue la psicoterapeuta argentina- che i bambini vulnerabili", sempre secondo la scala pre-autistica, "non riescono a mettere in atto". Infine, dai 18 mesi ai 3 anni prende il via "il senso di moralita': i piccoli colgono il valore simbolico- conclude Acquarone- e iniziano a produrre delle parole".
(Wel/ Dire)