(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 27 mar. - Il progetto 'Gioco del rispetto - Pari e dispari' del comune di Trieste - nato "sulla base di un'iniziativa regionale precedente nel tempo e proposta a 18 scuole paritarie comunali dell'infanzia, sentite le famiglie e i rispettivi consigli scolastici a cui è stata chiesta l'eventuale adesione - si propone di fornire agli insegnanti della scuola dell'infanzia elementi teorici e strumenti pratici per operare con i bambini sui temi della parità e del contrasto alle discriminazioni e alla violenza contro le donne". Inizia così la risposta di Stefania Giannini, ministro dell'Istruzione, a Massimiliano Fedriga, deputato Lega Nord e Autonomie, che nel corso del question time a Montecitorio, mercoledì 25 marzo, chiede di conoscere la posizione del ministro su un gioco che "instilla l'ideologia gender fin dalla tenera età".
"Ho ovviamente e doverosamente raccolto informazioni sia dall'Ufficio scolastico regionale, sia dai soggetti interessati- continua Giannini- e sono in grado di fornire alcune precisazioni: il progetto prevede la formazione degli insegnanti, di iniziativa presentata dagli stessi docenti e i rispettivi collegi, cui è poi demandata la decisione di proseguire nel percorso educativo. Quindi, una prima fase di formazione ed una seconda fase di presentazione al contesto scolastico. Laddove e solo se si dovesse decidere di dare esecuzione a questo progetto- sottolinea il ministro dell'Istruzione- è prevista la convocazione della riunione di tutti i genitori che potranno scegliere se aderire o meno. Ai bambini che non aderiranno al progetto la scuola offrirà un'alternativa".
Il 'Gioco del rispetto - Pari e dispari' rientra "nell'autonomia educativa delle scuole - questo della discriminazione e della violenza contro le donne è uno dei temi su cui la scuola lavora da molto tempo - e verrà sottoposto al consiglio della scuola. Pertanto- ripete Giannini- le preoccupazioni manifestate, quali il mancato coinvolgimento dei genitori e le non sufficienti garanzie offerte da chi è promotore di questo progetto, non riguardano, ai dati a mia disposizione, la sfera di competenza sia per la procedura che per il merito, che invece testimonia un coinvolgimento pieno delle istituzioni e una piena facoltà sia delle singole scuole, sia dei singoli insegnanti, sia per ultimo- conclude- ma non da ultimo delle singole famiglie di aderire a questo tipo di approfondimento".
La replica di Fedriga: "Ministro le hanno mentito. Da questo punto di vista c'è una responsabilità politica che le chiedo di verificare e prendere dovuti provvedimenti, perchè sono stati gli stessi genitori che hanno detto di non essere stati informati. Il progetto è infatti presentato in modo generico- afferma il deputato- non andando a specificare di cosa si tratta realmente, ma semplicemente dicendo che è una sensibilizzazione contro la violenza sulle donne. Le chiedo, è sensibilizzazione contro la violenza sulle donne dire - e cito esplicitamente il progetto - che i bambini possono esplorare il corpo dei compagni ascoltando il battito del corpo? Ovviamente i bambini possono riconoscere che ci sono delle differenze fisiche che li caratterizzano, in particolare nell'area genitale. È contrasto alla violenza sulle donne- ripete l'esponente di Lega Nord e Autonomie- presentare delle schede in questo progetto che fanno indossare e scambiarsi i vestiti tra maschietti e femminucce nelle scuole materne? È un progetto contro la violenza sulle donne quando ai bambini si chiede di invertire i giochi, dando la macchinina alla bambina e la bambola al bambino? È un progetto contro la violenza sulle donne quando nelle stesse schede si dice esplicitamente: è molto importante che l'insegnante si ponga quale figura che permetta loro di mettere da parte le cosiddette differenze di genere, una nuova visione del maschile e femminile. È una lotta contra la violenza sulle donne quando si presentano delle figure dove il papà e la mamma sono raffigurati in modo identico fisicamente come sono vestiti, e si differenziano solo dalla lunghezza dei capelli, per dire che è la stessa cosa?".
Fedriga conclude: "Il rispetto tra i sessi si ha nel rispetto della differenza e non si può instillare in un bambino così piccolo, con questa violenza psicologica, una ideologia che è costata 11 mila euro al Comune di Trieste ma costerà ben di più dal punto di vista sociale e psicologico a soggetti così piccoli e indifesi".
(Wel/ Dire)