'L'Emozione non ha voce onlus' mappa impieghi offerti in Italia
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 13 mar. - Autolavaggi, laboratori di tessitura, vivai e roseti gestiti con l'aiuto di soggetti autistici. Una realtà negli Stati Uniti che comincia a prendere piede anche in Italia, per integrare in tutti i contesti di vita le persone coinvolte nel disturbo dello spettro autistico a partire dall'adolescenza.
A "mappare" l'atlante delle possibilità per gli 'Autistici in azione', nel territorio del Bel paese, è l'associazione di genitori 'L'Emozione non ha voce Onlus': "Cominciano a nascere anche da noi alcune attività lavorative che vedono il coinvolgimento attivo e soprattutto continuativo di adulti affetti da sindrome autistica". Sul sito e sulla pagina Facebook dell'associazione (http://www.lemozionenonhavoce.org/index.php/it/progetti/autistici -in-azione#42.5721752/12.9099577/6/hotspot/1) "diamo evidenza di queste attività ma, in qualche modo- confessa Fabio Bernardini, vicepresidente della Onlus- scontiamo un atteggiamento di sconforto, rassegnazione e apatia da parte delle famiglie.
Ascoltiamo e vediamo genitori stremati e stanchi di combattere per quello che dovrebbe essere un loro diritto, o che spesso restano in attesa che qualcuno faccia il primo passo".
I papà di 'L'Emozione non ha voce Onlus' si sono invece messi in modo e hanno iniziato a contattare le realtà che in Italia si attivano per rendere il lavoro un diritto anche nella disabilità. "Per il momento abbiamo trovato tre iniziative, oltre al nostro 'Cantiere': un laboratorio di pasta fresca realizzato grazie all'attività di Angsa Onlus La Spezia; un ristorante che nel giorno di chiusura 'standard' vede in cucina anche ragazzi autistici del gruppo 'Mah Onlus' (si chiama 'Progetto Specialità' ed è realizzato ogni lunedì nel circolo 'Un Filo d'Olio' a Bagnoli). Infine il progetto 'nabiretta Neurodiversa', realizzato dal gruppo di lavoro Dalia Blu, Officinamente e Birradamare, che impegnano nella produzione giovani e adulti autistici con un bisogno di supporto lieve. La birra viene distribuita in alcuni locali della 'movida' romana".
Insomma le cose si muovono e per non farle fermare i genitori della Onlus danno il via al passaparola su Facebook: "Segnalateci le attività simili, partite o che stanno partendo". In questo modo sperano di far nascere idee emulative o migliorative e supportare sempre di più le famiglie.
(Wel/ Dire)