Gli agenti ai ragazzi: Attenzione ai rischi nascosti di internet
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 29 mag. - Molto bravi ad usare tutti i mezzi tecnologici, ma non abbastanza maturi per esser consapevoli dei pericoli che nascondono. Oggi fin da piccoli, i bambini e i ragazzi si trovano ad avere tra le mani uno smartphone con libero accesso alla rete, esponendosi così a rischi che difficilmente conoscono. È per educarli all'uso consapevole di internet che la Polizia di Stato e il ministero dell'Istruzione promuovono "Vita da social", evento itinerante di sensibilizzazione sui rischi del web, che ha toccato Bologna come ultima tappa in Emilia-Romagna. In piazza Maggiore, classi delle scuole medie e superiori sono state fatte salire sul track allestito ad aula didattica della Polizia, dove agenti della Postale hanno mostrato video e dato consigli sull'uso dei social network, su come comportarsi in caso di cyberbullismo e di adescamento online e sull'importanza della privacy.
Nel corso dell'incontro interattivo sono emersi i tanti dubbi dei giovanissimi, chiariti dalla Polizia anche con l'intervento di testimonial del mondo dello spettacolo, che hanno riportato le proprie esperienze, da Roberta Capua a Gaetano Curreri degli Stadio. "La nostra missione è far capire che ad ogni azione in rete corrisponde una precisa conseguenza nella vita reale", spiega la responsabile del progetto Cristina Fagoni, vice questore aggiunto della Polizia postale di Bologna.
E le domande degli studenti che hanno partecipato all'incontro sono quasi tutte a proposito del rischio di denunce per diffamazione, sui social o su whatsapp. A spiegare che in questo campo il bisogno di sensibilizzazione è forte, è anche un'insegnante di scuola media che ha accompagnato la sua classe: "I bambini di 11-12 anni spesso non hanno ancora accesso ai social, ma tutti hanno la chat 'whatsapp', che viene usata spesso per insultare gli altri. Sono arrivate più di una volta denunce da parte dei genitori". L'unico modo per arginare questo fenomeno è, secondo Geo Ceccaroli, dirigente della Polizia postale Emilia-Romagna, la prevenzione.
"Parlare con i giovani e riportare esperienze reali per renderli consapevoli è importante, perché ciò che succede in rete è difficile da gestire e controllare. Una volta- dice Ceccaroli- le offese si scrivevano sulle porte dei bagni, ora basta un messaggio in rete per farlo leggere a migliaia di persone, in quel 'non luogo' da cui poi è difficile uscire".
(Wel/ Dire)