(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 29 mag. - "Un approccio sanitario" sulla questione della fertilita' "non risolve i problemi perche' c'e' una carenza di servizi, le donne sono poco occupate e servono misure di sostegno alla famiglia. Da qualche parte, pero', dovevamo iniziare e lo abbiamo fatto con il Piano della fertilita' e con il bonus bebe'". Quest'ultimo e' un "primo passo, un contributo che vorremo far diventare strutturale e che vorremmo proseguisse per i primi 5 anni vita del bambino". Lo ha detto il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, presentando il Piano nazionale per la fertilita' messo a punto dal dicastero.
Tornando poi al Piano fertilità, si tratta di un'esigenza nata da "un'analisi demografica che ci consegna dati molto preoccupanti, un "progetto ambizioso che vedra' la luce solo se ci sara' la partecipazione di tutti gli operatori del settore e anche dei media". Cosi' il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, nel presentare il Piano nazionale per la fertilita', da mettere "al centro delle politiche sanitarie ed educative del nostro Paese".
Il Piano e' nato quando "ci siamo resi conto di quanto le persone sottovalutano i dati e non sono pienamente consapevoli della loro fertilita', non sapendo come preservarla", ha aggiunto il ministro. Infatti, "molto spesso una coppia arriva da un medico quando e' troppo tardi, mentre sarebbe bastato fare prevenzione".
Secondo una stima dell'Istat, inoltre, nel 2050 la popolazione inattiva sara' pari all'84% di quella attiva. "Spesso non ci rendiamo conto- ha spiegato Lorenzin- che la deadline del 2050 comincera' a decorrere gia' dal 2024: quindi dobbiamo invertire la tendenza altrimenti saremo un Paese in grave difficolta'". Il piano sanitario, quindi, "ha l'ambizione di essere un pilastro che coinvolgera' gli altri ministeri e durera' nel tempo, andando anche oltre la legislatura".
(Wel/ Dire)